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Politica | 06 novembre 2019, 17:55

Arcelor Mittal, vertice in Regione con i sindacati e le associazioni di categoria

I lavoratori: "Pronti alla mobilitazione". Toti: "Pronti ad affiancare il Gonfalone della Regione alle bandiere di sindacati e associazioni di categoria" (VIDEO)

Arcelor Mittal, vertice in Regione con i sindacati e le associazioni di categoria

Associazioni datoriali e rappresentanti dei lavoratori hanno incontrato oggi presso l'auditorium del palazzo della Regione in piazza De Ferrari i rappresentanti delle istituzioni locali: al centro del vertice la necessità di costruire una mobilitazione in difesa dei 1500 posti di lavoro che lo stabilimento ex-Ilva vale per Genova. Rappresentati  al vertice il Comune di Genova, le organizzazioni sindacali, le Associazioni di categoria, Confindustria, Camera di Commercio, insieme al cappellano del lavoro della Curia di Genova don Franco Molinari.

Siamo pronti ad affiancare con il Golfalone della Regione e con le nostre bandiere ogni iniziativa che le Associazioni di categoria vorranno convocare e siamo pronti ad appoggiare qualsiasi iniziativa che le Organizzazioni sindacali vorranno indire, chiedendo immediatamente un incontro al Governo per affrontare il tema dell’acciaio e di Genova in particolare”, ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti.

Un grido di allarme corale, dopo la decisione di Arcelor Mittal di riconsegnare l’azienda e di recedere dall’accordo siglato nel 2018 presso il Ministero dello Sviluppo Economico per l’acquisizione del sito produttivo ex Ilva da parte del colosso anglo-indiano. 

Il commento del segretario della FIOM CGIL Bruno Manganaro:

Il commento del segretario generale della FIM CISL Liguria Alessandro Vella: 

Per noi l’acciaio è una produzione strategica indispensabile e irrinunciabile per Italia, per la Liguria e per Genova – ha ribadito Toti –. Anche per le lavorazioni che si svolgono a Fincantieri, eccellenza della nostra regione e del nostro Paese, che crea ricchezza. Le Istituzioni sono a fianco di ogni iniziativa che i sindacati vorranno prendere. Riteniamo che le scelte fatte a Roma siano particolarmente sbagliate e nocive: e anche nel caso che fosse Arcelor Mittal a voler mettere in discussione l’accordo, in questo modo gli è stato fornito un assist e questo è ancora più grave per il macroscopico errore di tattica politica.. Non si può rinunciare a settori tradizionali che hanno fatto dell’Italia una potenza. Genova poi è una situazione particolare dove vige un accordo di programma che ha portato alla chiusura dell’area a caldo. Un accordo che la città ha pagato, insieme ai lavoratori e ai contribuenti italiani. Qualsiasi scelta si faccia altrove, Genova è una storia a parte .In questa vertenza ci saremo tutti perseguendo tutti i canali di confronto istituzionale”. 

Sarà una battaglia di tutta la città – ha detto Toti – tenendo conto che la situazione di Genova e di Novi Ligure è molto diversa da quanto avviene a Taranto. In tutto i modi l’Italia è la seconda potenza manifatturiera del continente europeo e cancellare la produzione siderurgica nazionale è una scelta poco lungimirante. E’ impensabile addebitare all’Italia e in particolare a Genova un costo sociale così alto e assurdo”. 

Il presidente Toti ha rimarcato che “nessuno vuole fare l’avvocato difensore di Arcelor Mittal, che sa difendersi da sola, ma non si possono fornire alibi a chi vuole rivedere accordi sottoscritti, in questo modo si fa solo un pessimo servizio”. 

E’ chiaro – ha continuato Toti – che influisce un clima e posizioni a livello nazionale decisamente antindustriali, perché quando si vagheggiano parchi giochi, si mina la crescita economica. Dieci anni fa sembrava che Fincantieri dovesse chiudere, oggi è un’azienda in cui si produce. Lo stesso deve essere per l’ex Ilva, per questo siamo pronti a fare una battaglia istituzionale per il Paese, ma soprattutto per Genova. E oggi siamo qui per mandare un messaggio chiaro e per appoggiare qualsiasi azione che si decida di portare avanti. Chiederemo al Governo di affrontare il tema Genova perché ha una sua peculiarità, con l’accordo di programma che è stato pagato da questa città e dai suoi lavoratori. E’ un obbligo che il Governo ha nei confronti di questa città, per l’impegno pubblico di denaro che ruota attorno all’accordo di Genova e per il percorso di compatibilità tra ambiente e lavoro portato avanti nel capoluogo ligure”. 

L’ex Ilva per Genova e per l’Italia è un patrimonio irrinunciabile – ha aggiunto l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti - Non saranno i lavoratori a bloccare la città, ma sarà la città stessa a fermarsi. Stiamo assistendo a un processo nazionale di deindustrializzazione fantasioso e irresponsabile, crediamo invece che si debba perseguire la strada della tutela e dello sviluppo, sostenibile e moderno, delle nostre “fabbriche”, nella quale la filiera dell‘acciaio deve essere componente essenziale. Con sindacati e parti sociali abbiamo già condiviso queste visioni e siamo pronti a scendere insieme in strada per tutelare posti di lavoro e il ruolo industriale della nostra Nazione e della nostra Città”

La schizofrenia del governo sulla vicenda dello scudo penale non può far pagare conseguenze ai lavoratori di Genova e agli stabilimenti che sono in altre parti d’Italia – sottolinea l’assessore regionale al lavoro Gianni Berrino - quando si ha a che fare con un colosso industriale che ha vinto una gara molto difficile fatta dal governo, bisogna seguire i patti e le regole che c’erano al momento in cui l’accordo è stato fatto. Questo tentativo maldestro ha creato difficoltà grandissime e dato la spinta a un imprenditore a voler andare via dall’Italia, aprendo una crisi profonda che cade sulle spalle dei lavoratori e sul futuro industriale del nostro paese e specificatamente di Genova. A questo punto bisogna fare il possibile affinché l’azienda torni sui propri passi per dare garanzie a chi in Italia vuole investire”. 

E in attesa di ricevere notizie sull’esito dell’incontro romano tra il governo e l’azienda le organizzazioni sindacali si sono dette pronte a organizzare una grande manifestazione, insieme alle Istituzioni. 

Redazione


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