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Politica | 22 gennaio 2020, 15:09

Pastorino e Lunardon: "Chiediamo trasparenza: Toti faccia chiarezza e dica i nomi dei suoi finanziatori"

"E chiarisca anche se alcuni di loro abbiano incrociato le scelte dell’amministrazione e come sono stati spesi i soldi della fondazione Change"

Pastorino e Lunardon: "Chiediamo trasparenza: Toti faccia chiarezza e dica i nomi dei suoi finanziatori"

«Abbiamo appreso da fonti giornalistiche – fanno sapere in una nota Gianni Pastorino (Linea Condivisa) e Giovanni Lunardon (PD) – che l’Unità d’informazione finanziaria di Bankitalia ha aperto un fascicolo, trasmesso alla Procura di Genova, su oltre 200.000 euro che avrebbero finanziato l’attività politica del presidente Toti: sappiamo anche che al momento non ci sono indagati, ma crediamo che in circostanze come questa la cosa più seria da fare per chi è impegnato in politica e nelle istituzioni sia assicurare la massima trasparenza per fugare dubbi e sospetti; per questo chiediamo a Toti di fare chiarezza».

«Ci aspettiamo – prosegue la nota – che Toti dica, anche a tutela dello stesso ente che lui rappresenta ed in nome del principio della trasparenza, quali sono i nomi dei suoi finanziatori dal 2015 ad oggi, se alcuni di loro abbiano incrociato in questi anni le scelte dell’amministrazione e del sistema allargato della Regione, come sono stati spesi i soldi della fondazione ‘Change’. Esiste un vincolo di trasparenza che riguarda i bilanci dei gruppi, lo stato patrimoniali dei consiglieri, i bilanci dei partiti. Non si capisce perché analoga trasparenza non venga assicurata anche dalle fondazioni politiche».

«Per quanto riguarda l’indagine – conclude la nota – sarà la magistratura nella sua piena indipendenza a fare il suo corso: come sempre siamo garantisti e non c’interessa attribuire responsabilità fintanto che queste non siano state accertate dagli inquirenti in maniera definitiva. Abbiamo sempre rispettato l’attività di controllo della magistratura ordinaria e contabile e pensiamo che debbano farlo tutti. Siamo dell’opinione che l’abolizione di un finanziamento pubblico ai partiti, certo e trasparente, sia stato un errore. Sicuramente in passato ci sono stati abusi che avrebbero dovuto essere corretti da una riforma seria del finanziamento pubblico. Averlo abolito però rende oggi la politica più vulnerabile e più debole rispetto agli interessi privati. Quando invece il suo compito dovrebbe essere sempre quello di stare al di sopra di ogni sospetto e condizionamento».

Redazione


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