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Sanità | 17 aprile 2020, 07:00

"Il dopo Coronavirus? Gli Usa saranno al fianco del Piemonte e dell'Italia: dovremo essere bravi a ripartire come loro"

Enrico Maria Rosso, rappresentante onorario della Camera di Commercio americana a Torino: "Tanti i legami con gli Stati Uniti, pronti a dare una mano per il rilancio delle aziende"

"Il dopo Coronavirus? Gli Usa saranno al fianco del Piemonte e dell'Italia: dovremo essere bravi a ripartire come loro"

"Ci sono legami consolidati tra Italia e Stati Uniti. E mai come in questo periodo è forte il rapporto fatto di connessioni commerciali, ma anche di vicinanza umana e solidarietà. Se il Piemonte, così come il Nord Ovest e il resto del Paese vuole ripartire, sono sicuro che avrà gli Usa al suo fianco, sia a livello di risorse che di modello da seguire". Parola di Enrico Maria Rosso, rappresentante onorario a Torino della Camera di Commercio americana, uno dei centri nevralgici per quanto riguarda i rapporti commerciali ed economici tra due antichi alleati.

In queste ore si parla tanto di ripartenza. Gli Usa saranno al fianco del nostro territorio?
"Ne sono sicuro. D'altra parte parliamo di una collaborazione che va avanti da molti anni e che in tempi recenti, per il padiglione dell'Expo 2015, ha confermato tutta la sua forza e radicamento. In questo momento così difficile a causa del Covid-19 il supporto sarà ancora più forte".

Per ora non c'è nulla di ufficiale, ma da più parti si parla di un supporto non solo morale, ma anche economico da parte degli Stati Uniti.
"Al momento non si può dare per certo, visto che mancano gli ultimi passaggi e approvazioni, ma sono pronto a scommettere che un aiuto arriverà. E noi, come Camera di Commercio americana, insieme all'ambasciata saremo pronti a giocare il nostro ruolo di supporto e coordinamento. Ci si aspetta un aiuto dagli Stati Uniti come istituzione, ma anche da parte delle tante aziende americane che hanno legami e contatti con il nostro Paese".

Fca, ma non solo: Torino e il Piemonte potrebbero essere un tassello importante di questo mosaico.
"E anche la Liguria e la Lombardia, per parlare del Nord Ovest. Oltre a Fiat Chrysler infatti ci sono presenze come la ITT di Barge o la Lear alle porte di Torino e molte altre ancora. 

Non c'è più General Motors, però.
"Un vero peccato. Una perdita per un territorio come Torino che è senza dubbio uno degli hub dell'automotive, tra i pochi al mondo, in grado di creare una vettura da zero e con una grande competenza distribuita lungo tutti i nodi della filiera".

Tornando al rapporto con gli Usa, da oltre oceano potrebbe anche arrivare un modello, oltre che un supporto in termini di risorse?
"Siamo due situazioni diverse, anche a livello di catene decisionali. Ma senza dubbio quello che faranno gli Stati Uniti per risollevare le proprie aziende e la propria economia sarà qualcosa di molto simile a un Piano Marshall. Noi dovremo essere in grado a prendere spunto, in un certo senso a copiare da loro. Dovremo essere bravi a ripartire come ripartiranno gli Usa".

Per esempio come?
"L'amministrazione Trump sta spingendo molto sulla reindustrializzazione degli Usa. Allo stesso modo, anche il Piemonte era parte di quel ripensamento italiano della globalizzazione, in una prospettiva di riportare a casa alcuni pezzi della catena produttiva. Il cosiddetto reshoring. Ma per riuscirci, rispetto agli Stati Uniti, dobbiamo eliminare le incertezze legate alla burocrazia, alla certezza del diritto e all'accesso al credito che spesso preoccupano chi vuole investire qui da noi molto più del costo del lavoro".

Ha detto che Torino è uno degli hub principali per l'automotive. Ultimamente si era orientato all'elettrico. Ora cosa succederà?
"Prima che esplodesse l'emergenza Covid l'orientamento, anche a livello di filiera, era piuttosto spinto verso l'elettrico, così come sull'auto a guida autonoma. Non so dire quanto resisterà di questo slancio, dopo il Coronavirus. Ma in ogni caso Torino dovrà confermare la propria capacità di reazione e di adattamento: sia che si proceda nella direzione dell'elettrico, sia che i costi e gli oneri possano riportare le lancette indietro di qualche anno, riaprendo alla motorizzazione a combustione".

In ogni caso, Torino dovrà continuare a essere un avamposto.
"Dovrà confermare la sua capacità di leggere e interpretare le nuove tendenze. E gli Stati Uniti saranno al suo fianco".

Massimiliano Sciullo

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