Risale allo scorso 30 marzo il caso delle molestie in autobus alla giovane Kimberly, balzato alle cronache per la denuncia della ragazza, che ha stigmatizzato l'indifferenza dei passeggeri e del personale Amt, che sarebbero rimasti inerti di fronte al bisogno d'aiuto della vittima.
Su questo tema, e in generale sul fenomeno mai sopito delle molestie sessuali alle donne a bordo dei mezzi pubblici genovesi, la consigliera del Partito Democratico Cristina Lodi ha presentato un ordine del giorno fuori sacco che è stato approvato all'unanimità.
"Si tratta di un documento che cerca di ricostruire i fatti e porre le basi per dare una risposta vera alle donne sul tema delle molestie, che purtroppo interessa troppe persone - spiega la consigliera Lodi -. In seguito al risalto mediatico riscosso da questo ultimo grave episodio avvenuto a bordo di un mezzo Amt sono emerse un sacco di segnalazioni di ragazze che sono state molestate mentre viaggiavano sui mezzi pubblici, e per questo occorre intervenire. Abbiamo proposto l'istituzione di una commissione consiliare che lavori sul tema, per dare avvio a un tavolo di lavoro con forze dell'ordine, i centri antiviolenza, i sindacati, l'azienda Amt, l'amministrazione comunale e tutte le associazioni che si occupano di questo tema, oltre all'ufficio scolastico regionale e all'università. Questa composizione del gruppo di lavoro è importante, perché bisogna dare una risposta in termini di sensibilizzazione al problema, perché magari non tutti sanno che si tratta di un reato, e poi per dare un protocollo di azione e delle linee d'azione precise a coloro che sono vittime o testimoni delle violenze, come spesso capito agli autisti Amt".
Per Cristina lodi una diffusa cultura rispetto alla violenza di genere potrebbe concretamente servire a diminuire il numero degli abusi: "Questi fatti avvengono in luoghi pubblici, e colpisce che nessuno sia intervenuto in difesa della giovane, magari non per indifferenza ma per paura, o perché non sapeva cosa fare in una simile circostanza. Occorre invece che tutte le persone sappiano con chiarezza cosa è possibile fare in questi casi, e cosa si è invece tenuti a fare, perché si tratta comunque di un reato di fronte al quale occorre aiutare la vittima. Se tutti avessimo queste conoscenze probabilmente le azioni dei molestatori sarebbero quantomeno limitate".