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Attualità | 19 giugno 2021, 11:24

Il tocco inconfondibile di Augusta Tassisto

S’inaugura oggi la mostra antologica dedicata all’artista, alle ore 17,30 presso la Società Economica di Chiavari, che inizia così il suo percorso d’iniziative per festeggiare i 230 anni dalla sua fondazione

Il tocco inconfondibile di Augusta Tassisto

Inizia ufficialmente oggi, sabato 19 giugno, il cammino della Società Economica di Chiavari per festeggiare i 230 anni dalla sua fondazione. E inizia nel migliore dei modi: con la ripartenza degli eventi culturali, hanno potuto riaprire i battenti anche i musei e le varie collezioni, in tutte le parti d’Italia, ed è così che nella sede di via Ravaschieri, presso la prestigiosa quadreria, verrà inaugurata, alle 17,30, la mostra personale di una conosciutissima artista ligure, con ampio respiro nazionale.

Si chiama Augusta Tassisto, è nata nel 1953 ad Àgnola di Carro, in provincia della Spezia, e nel suo lungo percorso ha potuto sperimentare varie tecniche e vari stili, senza però mai perdere di vista il suo tocco inconfondibile.

La mostra antologica, che sarà visitabile gratuitamente sino al prossimo 3 luglio, nel rispetto delle varie normative anti Covid, è stata presentata all’Economica dal presidente Francesco Bruzzo, dal sindaco di Chiavari, Marco Di Capua, e dai due curatori, Eugenia Galardi e Pino Mantovani, insieme all’artista stessa.

Si tratta di un affascinante percorso attraverso l’opera di Augusta Tassisto, intitolato ‘Trame di luce’: in esposizione, ecco una scelta di calcografie, litografie e xilografie, un gruppo significativo di tempere e un’ampia documentazione dei pastelli, che costituiscono l’attuale prevalente produzione. La mostra è accompagnata da un approfondito catalogo, corredato da interventi dei curatori.

Secondo Eugenia Galardi e Pino Mantovani, “l’ottimo controllo delle tecniche consente all’artista di elaborare un linguaggio complesso, differenziato e coerente, che riesce a esprimere con pulita intensità un mondo poetico fortemente legato alla natura e alle intime esperienze personali. Negli ultimi anni, l’iconografia, già prevalentemente ‘naturale’, si sposta sulle figure che hanno accompagnato la sua esistenza condizionata da un carattere introverso e meditativo”.

Accanto a Eugenia Galardi e Pino Mantovani, il catalogo contiene testimonianze di Vincenzo Gatti, Anna Arcudi ed Elena Monaco, oltre all’autobiografia scritta dall’artista. Promuovere e puntare sulle personalità e sulle eccellenze del territorio è una delle prerogative nell’ambito dei festeggiamenti per i 230 anni della Società Economica, come ribadito anche da Francesco Bruzzo: “Sin dalla sua origine, la Società Economica ha promosso l’opera di artigiani e artisti locali: nata nel 1791, già nel 1793 organizzava una Esposizione, replicata poi a Parigi nel 1798, per far conoscere l’artigianato del territorio, ponendo così le basi per la tradizionale Mostra del Tigullio, arrivata ormai alle soglie della centosessantesima edizione. Poi, con l’istituzione del Premio Turio Copello, dal 1852 l’Economica ha associato artigiani e artisti in una speciale vetrina. Un significativo sforzo è stato quindi compiuto per mettere in risalto l’opera di singoli artisti, attraverso mostre monografiche. La mostra antologica dedicata ad Augusta Tassisto s’inserisce dunque in una tradizione consolidata, nella quale la sua opera viene a porsi con il giusto e meritato rilievo. Socia dell’Economica, Tassisto fa anche parte di quella schiera di artisti che hanno avuto il ruolo di docenti presso l’Istituto d’Arte (ora Liceo Luzzati), fondato dal nostro Ente nel 1820”.

La mostra sarà visitabile a ingresso libero sino al prossimo 3 luglio, con il seguente orario: dal martedì al sabato dalle 17 alle 19; la domenica dalle 11 alle 13.

Augusta Tassisto ricorda il suo percorso: “La vita in campagna mi ha insegnato la manualità, l’osservazione e la conoscenza della natura, che è diventata il mio modello. Così ho scoperto in me il piacere di disegnare. È stato ai tempi dell’Istituto d’Arte di Chiavari che sono cominciati per me gli anni felici. Il professor De Laurentis insegnava disegno dal vero con molto rigore e il professor Ugolini la fase progettuale: erano entrambi pittori. Qui nacque l’interesse per la storia dell’arte e per la letteratura. Al Laboratorio di Decorazione Pittorica si faceva la tempera, l’affresco e il graffito. L’incisione veniva insegnata con molte limitazioni, quasi in modo sperimentale: si parlava di Dürer, di Rembrandt e di Morandi. Ne fui affascinata. Lì incontrai Giovanni Job, con il quale cominciò un vero e proprio sodalizio”.

Con Job l’amicizia e la collaborazione durarono nel tempo. Giovanissimi, portarono la loro prima mostra alla Galleria Chiarini di Sestri Levante. Poi, “nei primi anni Settanta ci ritrovammo a Urbino a frequentare i Corsi Estivi Internazionali di Tecniche dell’Incisione. Le aule-laboratorio, enormi, trasudavano il profumo del tempo. Il professor Bruscaglia ci guidava alla conoscenza della calcografia con tutta la sua sapienza, mentre il professor Ceci successivamente ci offriva la sua straordinaria sensibilità nell’insegnamento della litografia”.

Da alunna di un tempo, Augusta Tassisto divenne insegnante all’Istituto d’Arte di Chiavari, ma insegnò anche tecniche dell’incisione all’Accademia di Belle Arti di Carrara e, dal 1990, all’Accademia Albertina di Torino. “Qui - ricorda - trovai il rigore che caratterizzava soprattutto l’acquaforte eseguita con una calibrazione di segni, di morsure davvero stupefacenti, e mi riferisco soprattutto a Vincenzo Gatti, Gay e Streglio. Ebbi da imparare anche da Franco Fanelli: le sue lastre intense di segni e luci derivate da bruniture. Io misi a disposizione la mia esperienza con procedimenti calcografici poco praticati anche per quanto riguardava la stampa. Fu un lavoro di collaborazione con i colleghi, sostenuto dalla stima, fino alla fine, quando, nel 2005, decisi di lasciare l’insegnamento per gravi motivi di famiglia”.

Eugenia Galardi, che ha studiato a lungo l’opera di Augusta Tassisto, oltre ad averla frequentata parecchio di persona, osserva: “Il rigore di Augusta, il suo silenzio (tanto caro a Leonardo), persino la sua ritrosia tutta ligure sono stati e sono i suoi compagni. Con loro lei andava rivelando il dramma della vita nella natura che congiunge la bellezza del fiorire con il suo opposto, la luce che appare sull’ombra, come tra gli umani il rapporto d’amore che dà e toglie, presenza e assenza. All’artista non è dato superare questa opposizione, ma riconoscerla e rappresentarla, anche in forma di anelito immortale sottinteso o manifesto, come tra i grandi, il Foscolo, nel significativo suo verso ‘e serbi un sasso il nome...’. Il nome di cui serbare memoria è affidato dall’autrice all’immagine. E le immagini qui sono presenze vive”.

Trame di luce’: una bella occasione per conoscere un’artista ligure, una bellissima occasione di ripartenza per la cultura, un ottimo taglio del nastro per i 230 anni della Società Economica.

Alberto Bruzzone

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