Protesta degli attivisti di 'Vedo Terra' contro i provvedimenti disciplinari dell'Università di Genova nei confronti degli studenti che la scorsa primavera avevano occupato il Disfor. La manifestazione era stata annunciata nei giorni scorsi e si è tenuta davanti la sede della facoltà di giurisprudenza in via Balbi. Intorno alle 17.30 gli attivisti hanno però deciso di occupare la via che è stata chiusa al traffico, costringendo auto e mezzi pubblici a una deviazione che ha provocato disagi al traffico.
Sul posto gli agenti della Digos e la polizia locale. Via Balbi è stata riaperta alle 19.35.
"L'avvio di una serie di provvedimenti disciplinari ricevuto in risposta all'occupazione del Disfor (Aprile-Maggio 2021) - si legge in un volantino diffuso durante la protesta - testimonia l'ennesimo tentativo di esautorazione del gesto politico attraverso una repressione dai connotati tecnici ed aziendalistici.
Le dichiarazioni del rettore il quale sostiene che 'il suo non è un ruolo politico', sono un chiaro esempio di questa gestione manageriale dell'istituzione universitaria, dove disciplina, ordine e diritto sono le categorie cui si fa appello per far fronte ad una coscienza collettiva.
L'occupazione del Disfor è stata un atto in cui corpi e menti diverse e molto più numerose rispetto ai 9 ritenuti colpevoli hanno innescato un conflitto dal potenziale critico ed eversivo. Nonostante questo, Il piano della discussione si riduce alla violazione di beni, servizi e regolamenti in cui lo scopo dell'università rimane fornire competenze tecniche e nozionistiche in cui noi giovan* siamo chiamati ad essere performativ*, individualist* e competitiv* utili solo al mantenimento del modello produttivo attuale. Nella risposta burocratica dell'università si nota la cosciente deresponsabilizzazione politica verso le/gli occupant* vengono trattati in maniera infantile, come bambini da mettere dietro alla lavagna.
Nonostante questo, rivendichiamo con fermezza l'occupazione dell'università come un atto politico importante e non come un goliardico momento di ribellione. La necessità di incontrarci, discutere e organizzarci politicamente è stato il vero scheletro sui cui abbiamo plasmato il corpo di questa esperienza.
Siete voi a scegliere di non investire in alcun modo sull'istruzione pubblica; siete voi a privarla dei mezzi necessari ad una sua reale emancipazione dal mercato dei privati; siete voi a renderla accessibile solo a chi possiede i mezzi economici e tecnologici necessari; e siete ancora voi a continuare a concepire lo studio come un servizio più che un diritto, non è forse questa la vera interruzione di pubblico servizio?
Nonostante le rivendicazioni portate avanti dagli occupanti non vi è stata alcuna risposta ma puntuale è subentrato un particolare tipo di repressione, che non era stata ancora mai messa in atto.
Ribadiamo con forza che siamo student* che vivono le contraddizioni di questo momento storico e pretendono risposte e assunzione di responsabilità da parte della governance universitaria, non utenti che contravvengono al regolamento aziendale".
Vedo Terra in ogni occupazione.