Presenterà un ricorso al buio il Municipio Centro Ovest contro il collocamento nel porto antistante Sampierdarena dei depositi chimici, con la possibilità poi di modificarlo ed integrarlo, secondo l’evoluzione della situazione e soprattutto in base alle informazioni che verranno date all’organismo del decentramento.
Ad annunciarlo è Michele Colnaghi, presidente del Municipio di Sampierdarena e San Teodoro, che spiega come “aspettavamo documenti per presentare il ricorso ma l’Autorità Portuale pare mancare di trasparenza, e dopo 45 giorni che non ci ha consegnato i documenti abbiamo comunque deciso di agire dopo aver concordato con i nostri avvocati un ricorso al buio. Abbiamo 60 giorni per agire. Ci sono state due note a dicembre. Abbiamo fatto delle osservazioni ma non ci è stato fornita spiegazione di quanto richiesto”.
Il tempo per il ricorso scade il 13 febbraio. Da qui la decisione di non superare tale termine. “Nel ricorso - sottolinea Colnaghi - sicuramente faremo riferimento alle norme; ce n’è una del 2001 che impedisce il passaggio nel canale di calma di navi cisterna e quindi queste non possono raggiungere Ponte Somalia, dove si vorrebbero collocare i depositi chimici. Per fare il contrario occorrerebbe modificare il piano regolatore portuale, come per i depositi chimici, dove lo stesso piano prevede le merci”.
Altra situazione che Colnaghi cita contro il progetto chimico è il cono aereo, ricordando come siano state bloccate altre procedure alla foce del Polcevera, proprio perché praticamente lì sopra passa il sentiero di discesa verso l’aeroporto di Genova. Il ricorso è l’ennesima puntata di una diatriba che appare aspra, foriera di scontro duro tra cittadinanza e chi vorrebbe i depositi chimici in porto a Sampierdarena, dove la grande maggioranza della popolazione rigetta senza esitazione quel collocamento.
Il governo di Genova tenta di rassicurare sulla sicurezza ma non pare riuscirci e il muro contro muro sembra l’unico modo di giocare la partita. Da registrare la voce sindacale, attenta all’occupazione e che, in buona parte, sostiene come gli impianti siano oggi più a rischio rispetto a un’eventuale collocazione in porto. Il motivo addotto è che si tratterebbe di nuovi siti, realizzati con tecniche d’avanguardia e quindi nella massima sicurezza. Ma a Sampierdarena circolano idee diverse e la delegazione ha issato la bandiera del no assoluto e quindi la vicenda è lontana anni luce da una soluzione, con contrapposizione di idee opposte con argomentazioni totalmente distoniche.