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Politica | 12 maggio 2022, 16:59

Waterfront di levante, il ministero blocca la costruzione del canale, critiche da M5S e Dello Strologo, Piciocchi: "L'opera va avanti"

Il ministero guidato da Roberto Cingolani, che chiede al Comune un'integrazione dei documenti che riguardano il rischio di contaminazione delle aree e delle rosse di risulta dello scavo

Waterfront di levante, il ministero blocca la costruzione del canale, critiche da M5S e Dello Strologo, Piciocchi: "L'opera va avanti"

È arrivato uno stop dal Ministero per la Transizione Ecologica alla costruzione del canale del Waterfront, che collegherà la Fiera del Mare al Porto Antico. Lo scrive Il Secolo XIX, citando i documenti del ministero guidato da Roberto Cingolani, che chiede al Comune un'integrazione dei documenti che riguardano il rischio di contaminazione delle aree e delle rosse di risulta dello scavo.

Il Proponente – si legge nel decreto del Ministero, citato dal Secolo - non ha provveduto a redigere e presentare il richiesto progetto di cantierizzazione”. Secondo il Ministero, il Comune non avrebbe provveduto ai “campionamenti di terre e acque sotterranee sull’intera area di intervento”, alla descrizione degli “interventi di ripristino ambientale da realizzarsi al termine delle attività di cantiere”, passando per la ricerca di “soluzioni alternative all’impianto di Scarpino per il recupero del materiale da scavo" e il "piano di circolazione dei mezzi d’opera con i relativi dettagli operativi (percorsi impegnati, tipo di mezzi, volume di traffico)”.

Inevitabilmente il caso è diventato politico. A sollevare la questione il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Luca Pirondini: “Come M5S avevamo affrontato la questione in aula, sottolineando che già a novembre i residenti della zona e molti passanti avevano denunciato che nelle acque che si raccoglievano nelle enormi buche del cantiere si notava un sospetto colore iridescente, segno evidente di un inquinamento del terreno e delle acque stesse. Il sindaco del fare si scopre oggi il sindaco del non fare e la colpa è solamente sua. Ferma la ciclabile di corso Italia, fermi i cantieri della metropolitana e dello scolmatore. E ora stop anche a quello del Waterfront: ecco cosa succede quando ci si ostina a non condividere i percorsi. Gravissimo, in quest’ultimo caso, che non siano state evase molte richieste ministeriali. E tra queste, i campionamenti di terre e acque sotterranee sull’intera area di intervento”.

Sul tema, tra gli altri, è intervenuto anche il candidato sindaco della coalizione progressista Ariel Dello Strologo: “L’accelerazione imposta a progetti e cantieri monumentali e di grande impatto a lungo termine sulla città e sulla cittadinanza, a un mese dall’appuntamento con gli elettori, denota la necessità di Bucci di appuntare al petto del 'sindaco del fare' qualche nuova medaglia, a prescindere dalle precauzioni necessarie per la salute delle persone e dalle valutazioni sull’impatto ambientale richieste dalla commissione ministeriale e, prima ancora, sollecitate in aula dall’opposizione. L’assenza di una visione complessiva per lo sviluppo della città spinge l’amministrazione a 'fare ad ogni costo'. La coalizione progressista, invece, ha come priorità 'fare bene e per tutti'”.

Alle critiche replica l'assessore ai lavori pubblici Pietro Piciocchi: “Il cantiere del Waterfront di Levante va avanti, - scrive in una nota - nel pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza, sostenibilità ambientale e di salute pubblica, sotto l’egida di Arpal e di Asl. Il ministero competente ci ha chiesto un’integrazione ai documenti già presentati per l’avvio degli scavi sotto il livello del mare, non ancora iniziati, e nel giro di un paio di giorni manderemo nelle sedi ministeriali quanto richiesto. Faccio presente che il progetto è già stato approvato dal Mite attraverso VIA nazionale e i rilievi odierni riguardano una sola prescrizione su cinque, essendo le altre quattro giudicate ottemperate. Aggiungo che le richieste del Ministero non hanno la minima attinenza con l'area che è stata già bonificata a seguito del ritrovamento di idrocarburi, quindi, anche sotto tale profilo, le conclusioni di Pirondini sono del tutto sconclusionate. Parlare di blocchi al cantiere è quanto di più falso si possa affermare: strumentalizzare le normali interlocuzioni tra enti locali e ministeri su un’opera straordinaria e innovativa che tutta Europa ci invidia come il Waterfront vuol dire non avere a cuore Genova anzi fare tifo contro la crescita della città”.

Redazione


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