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Attualità | 29 settembre 2022, 18:00

Fiume Entella, il possibile vincolo paesistico non ferma il taglio degli alberi

Braccio di ferro tra amministrazione di Lavagna e Città Metropolitana per il progetto della diga Perfigli

Fiume Entella, il possibile vincolo paesistico non ferma il taglio degli alberi

Lo scorso 26 settembre sono iniziati i lavori per la costruzione della diga Perfigli, sulla sponda del fiume Entella tra Chiavari e Lavagna.

Nonostante l’apertura dei cantieri non si arresta lo scontro tra i due comuni del Tigullio e Città Metropolitana, ente attuatore del progetto: sull’intera area è stata avviata la procedura di vincolo paesistico. 

Nonostante ciò Città Metropolitana ha dato il via all’abbattimento di moltissime piante secolari e ha diffidato il comune di Lavagna a rilasciare alcune aree in fondo a corso Garibaldi del CDR (centro di raccolta rifiuti) al fine di consentire di allestire il cantiere.

Il sindaco di Lavagna Gian Alberto Mangiante, da sempre contrario alla realizzazione dell’opera, fa il punto sulla questione. 

“Abbiamo iniziato la nostra lunga campagna contro la diga fuori tempo massimo però non ci siamo mai fermati e abbiamo continuato a lottare grazie anche all’intervento di un’associazione, l’unica che ha utilizzato concretamente degli strumenti giusti e opportuni, come Italia Nostra.

Abbiamo richiesto con forza la costituzione di una commissione regionale per rilasciare un vincolo paesistico sull’intera area. Così è stato fatto nonostante tante azioni di resistenza al rilascio di questo vincolo, tanti intralci di carattere burocratico e amministrativo. Insomma il vincolo è stato rilasciato e quindi è stata riconosciuta sull’intera area una rilevanza paesaggistica, biologica e storica dei beni che lì vi insistono. 

Oggi questo vincolo è in fase di perfezionamento, tecnicamente siamo in un regime di salvaguardia. Ancorché non si sia perfezionato il rilascio di questo vincolo non si possono effettuare interventi che alterino lo stato dei luoghi”.

Ciò che preoccupa i due comuni è l’immobilismo di alcuni enti: Regione Liguria ad esempio potrebbe avviare una Valutazione d’Impatto Ambientale e una Valutazione d’Impatto Strategico per valutare la validità o meno della diga. Del resto si tratta di un progetto ideato circa 20 anni fa e lasciato in un cassetto per molto tempo, in questi anni sono cambiate molte cose.

“Evidentemente la costruzione di una diga di oltre 4 metri non può non costituire un elemento che vada ad alterare gli aspetti geomorfologici della zona. Ma Città Metropolitana non si ferma - continua il sindaco Mangiante - Non ci fermeremo neppure noi: ho depositato un esposto alla Procura della Repubblica per paventare eventuali inadempienze da parte degli enti come la Soprintendenza che dovrebbe monitorare affinché non avvengano queste alterazioni dei luoghi. Abbiamo anche notiziato il Ministero dei Beni Culturali perché effettui quell’attività di direzione e controllo sugli enti sottostanti quali la Soprintendenza dei Beni Culturali di Genova. Andremo ad accertare le responsabilità personali, patrimoniali, in sede civile, in sede penale, di coloro che avrebbero potuto fermarsi e non si sono fermati. Noi invece andiamo avanti e non ci fermeremo”.

Nel frattempo Italia Nostra ha inviato una diffida a Regione, Ministero e Soprintendenza:

“La proposta di vincolo determina il regime di tutela per il quale non sono possibili interventi che possano compromettere i valori che si rende necessario preservare - si legge nella nota - La proposta di vincolo ha infatti, di per sé, una sua autonoma valenza di “salvaguardia”, a prescindere dalla conclusione del procedimento di notevole interesse pubblico del bene soggetto a tutela. L’Associazione dunque diffida i soggetti in indirizzo dalla prosecuzione dei lavori senza la preventiva autorizzazione degli Enti deputati alla tutela dell’area. In caso di inosservanza provvederà a trasmettere opportuna notizia di reato alle competenti autorità nonché di adire l’autorità giudiziaria per il ristoro dei danni ambientali”.

Marco Garibaldi


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