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Municipio Ponente | 06 ottobre 2022, 18:16

Rischia di perdere una gamba, si salva grazie a un intervento e corre la maratona di Berlino

La stupenda storia di un ragazzo pegliese di 40 anni, Riccardo Hesse. Nel 2013 l’incidente, poi l’operazione con pochissime speranze, quindi il ‘miracolo’. In Germania ha percorso i 42 km e 195 metri in poco più di quattro ore

Rischia di perdere una gamba, si salva grazie a un intervento e corre la maratona di Berlino

Nel 2013, a seguito di un bruttissimo incidente stradale con la motocicletta, un ragazzo di Pegli rischiò di ritrovarsi con una gamba amputata per il resto della sua vita. Solo che, siccome è un ragazzo orgoglioso, fortemente determinato e testardo nel senso buono del termine (anzi, nel senso buonissimo), Riccardo Hesse, che compirà 40 anni il prossimo 26 ottobre, non si arrese ai primi pareri dei medici, si sottopose a due trapianti, riuscì ad avere ragione, salvò la propria gamba e lo scorso 25 settembre, arrivando al culmine di un percorso di riabilitazione sia fisica che mentale, ha corso per intero la Maratona di Berlino, una delle kermesse più importanti del mondo per gli appassionati di podismo e anche per gli atleti professionisti.

Con quella gamba sinistra che era maciullata nove anni prima, con quel femore che stava andando in necrosi, Riccardo ha corso per i canonici 42 chilometri e 195 metri, in un totale di tempo di 4 ore, 9 minuti e 47 secondi, un risultato più che ottimo per un corridore ‘amatoriale’.

La Maratona di Berlino è conosciuta nel mondo per essere una delle più veloci, infatti nell’edizione 2022, la numero 48, è stato centrato il nuovo record mondiale: 2 ore, 1 minuto e 9 secondi, tempo stabilito dal keniano Eliud Kipchoge, già due volte campione olimpico.

Bella l’impresa sportiva dell’atleta africano, ma altrettanto bella l’impresa sportiva e soprattutto di vita di Riccardo Hesse. Lui, residente a Pegli e da sempre appassionato sportivo, è laureato in farmacia ed è il titolare della Farmacia San Carlo di via Camozzini a Voltri, quindi è molto conosciuto in entrambe le delegazioni del Ponente genovese.

“E pensare - racconta - che a me correre non piaceva neppure. Ma mi è servito per vincere questa sfida con me stesso”. Riccardo Hesse crede moltissimo nel concetto di ‘mindfulness’, ovvero la consapevolezza di se stessi, e ha potuto approfondire questi concetti anche grazie al ‘Micap’, ovvero il Master Internazionale in Coaching ad Alte Prestazioni, del quale è frequentatore.

“Ho corso la prima maratona l’anno passato e questa è stata la seconda esperienza - afferma - Mi sono migliorato di nove secondi da un anno all’altro, ma l’importante è esserci ritornato, è stato l’allenamento, è stato il riuscire sempre a spingere oltre ogni ostacolo”.

Quello che Riccardo si trovò davanti nel 2013 fu enorme: “Mi palesarono subito la possibilità di tagliare la gamba. Ma non mi fermai ai primi consulti. Alla fine, trovai una dottoressa eccezionale a Bologna che accettò di eseguire un trapianto: tutta l’area della necrosi venne scavata, poi il problema è stato a poco a poco risolto senza dover adottare soluzioni estreme. È stato nel lungo percorso di riabilitazione che ho capito di dover dimostrare qualcosa a me stesso”. Ed è arrivato il podismo: prima pochi chilometri, poi sempre di più, infine la maratona. “Correre è una metafora della vita e sono consapevole di aver centrato un obiettivo gigantesco. Ma se ci si allena, si riesce a raggiungere ogni risultato”.

Parla quasi da coach, Riccardo: “È quello che mi piacerebbe fare, ecco perché mi sono iscritto al master ‘Micap’”. Nel frattempo, continua a correre. Il miracolo c’è stato, ma il gran merito è stato di questo ragazzo, per com’è stato capace di costruirlo.

Alberto Bruzzone

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