“Le chiediamo di intervenire con urgenza per far cessare i predetti comportamenti lesivi del funzionamento democratico del Consiglio Comunale, delle prerogative dei consiglieri comunali e dei diritti di effettiva partecipazione delle minoranze”.
Questa è la richiesta dei consiglieri comunali d’opposizione Mattia Crucioli, Donatella Anita Alfonso, Francesca Ghio, Ariel Dello Strologo, Stefano Amore, Mariajosè Bruccoleri, Filippo Bruzzone, Rita Bruzzone, Fabio Ceraudo, Simone D’Angelo, Si Mohamed Kaabour, Cristina Lodi, Alberto Pandolfo, Davide Patrone, Monica Russo e Claudio Villa rivolta al Prefetto di Genova.
Secondo l’opposizione l’amministrazione comunale, nell'ambito della corrente sessione di bilancio, avrebbe “violato le prerogative dei consiglieri comunali di minoranza mettendo a rischio il corretto svolgimento della funzione di vigilanza che compete agli stessi”.
Le motivazioni:
“La maggioranza ha unilateralmente ed immotivatamente deciso di comprimere la discussione dei documenti previsionali programmatici 2023/2025 da lunedì 12 a lunedì 19 dicembre - si legge nella lettera inviata al Prefetto - Ciò ha comportato la calendarizzazione della commissione bilancio prevedendo 11 sedute ravvicinatissime, ciascuna delle quali comprensiva di più temi disomogenei, impossibili da trattare compiutamente nel poco tempo a disposizione.
La calendarizzazione prevedeva inizialmente la conclusione della discussione in Commissione venerdì 16, solo successivamente, e per detta disomogeneità e disorganizzazione, è avanzata a lunedì 19, con una compressione forte del tempo fra la discussione in Commissione e la prevista trattazione in Consiglio comunale e del correlato tempo per la presentazione di documenti.
Tale calendarizzazione, oltre ad impedire il corretto svolgimento delle audizioni necessarie e la successiva discussione della Commissione, sta rendendo pressoché impossibile ai due gruppi consiliari composti da un solo consigliere (Uniti per la Costituzione e M5S) di presenziare continuativamente a tutte le sedute, e in generale ai gruppo consiliari di lavorare col tempo necessario alla trattazione di un documento ampio e delicato come quello del Bilancio previsionale 2023.
A titolo di esempio, martedì 13 u.s. la commissione si è riunita dalle ore 9 alle ore 12, dalle 12 alle 13.30 è stata convocata la conferenza capigruppo, dalle 14 alle 15 si sono svolte le interrogazioni ex art. 54 del regolamento del consiglio comunale, dalle 15 alle 20 il consiglio comunale; giovedì 15 la commissione si è riunita dalle 9.30 alle 14 e dalle 14.30 alle 20 con ulteriore convocazione della conferenza capigruppo dalle 20 alle 21.30.
Ebbene, mentre i gruppi più grandi hanno potuto presenziare a tali lavori dividendosi le presenze tra più consiglieri, ciò all'evidenza non è stato possibile per i gruppi costituiti da un solo componente, ai quali, de facto, è stata impedita la corretta e doverosa partecipazione a tutte le predette attività.
La convocazione della conferenza dei capigruppo sta avvenendo in orari e con modalità non consone a garantire la partecipazione di tutti i rappresentanti dei gruppi: a titolo di esempio, si veda la convocazione di giovedì 15 u.s., avvenuta senza fissazione di orario specifico ma con la dicitura "alla fine della commissione" e, conseguentemente, tenutasi dalle 20 alle 21.30.
La convocazione e l'invio della documentazione alle parti sindacali audite nelle giornate di lunedì 12 e martedì 13 è intervenuta con forte ritardo, impedendo alle stesse di partecipare e di apportare elementi utili alle sedute e ai temi in discussione.
Durante le audizioni dei rappresentanti di alcune società partecipate sono stati negati documenti ed informazioni richiesti dai consiglieri, adducendo "motivi di privacy" (Porto Antico s.p.a.) o "riservatezza dei dati" (Farmacie Genovesi s.p.a.) in violazione dell'art. 43 del TUEL, dell’art. 33 dello Statuto comunale e dell’art. 52 del Regolamento del Consiglio Comunale.
Si evidenzia che l'approvazione del bilancio costituisce una scadenza ampiamente prevista e, come tale, dovrebbe consentire un'organizzazione dei lavori ben differente da quella sopra descritta”.














