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Politica | 27 gennaio 2023, 13:23

IIT, Gianni Pastorino (Linea Condivisa): "Due pesi e due misure. 600 dipendenti senza contratto nazionale mentre i dirigenti sono ben tutelati con un contratto collettivo"

Il consigliere regionale chiederà all’Assessore al Lavoro Augusto Sartori di portare in Commissione III i risultati prodotti e cosa è stato ottenuto dall’incontro con Regione Liguria e i vertici dell’azienda

IIT, Gianni Pastorino (Linea Condivisa): "Due pesi e due misure. 600 dipendenti senza contratto nazionale mentre i dirigenti sono ben tutelati con un contratto collettivo"

"A Genova esiste un luogo di lavoro prestigioso come l’IIT (Istituto Italiano di Tecnologia) con circa 600 dipendenti senza un contratto collettivo nazionale di lavoro".

Esordisce così il consigliere regionale Gianni Pastorino a proposito della situazione contrattuale dei dipendenti dell'Istituto.

Pastorino prosegue: "Le organizzazioni sindacali, in questo caso Flc Cgil e Usb Liguria, hanno sollevato il problema e c’è già stata una mobilitazione dei dipendenti.

Noi Consiglieri Regionali abbiamo votato in aula all’unanimità un ordine del giorno affinché l’Assessore regionale al Lavoro contattasse i vertici dell’azienda per comprendere le ragioni della reticenza ad aprire una stagione contrattuale con le organizzazioni sindacali per regolamentare in modo chiaro la vita professionale di questi dipendenti.

Ad oggi la vita lavorativa di chi è nell’IIT è normata da un regolamento interno deciso unilateralmente dai vertici dell’azienda

Sorgono tre ragionevoli dubbi che ho posto ieri in Commissione III alla presenza delle organizzazioni sindacali e dei vertici dell’IIT:

1 - Non esiste, nella pluralità dei contratti presenti in Italia, un contratto applicabile all’IIT?

2 - Per quale motivo non si decide di concordare un contratto ad hoc per quell’istituto come avviene per molte aziende italiane? Altre aziende simili, con la stessa natura giuridica, vedi ad esempio la Fondazione Telethon, hanno un contratto per i lavoratori della ricerca

3 - Perché la vita lavorativa e professionale deve essere determinata unilateralmente dall’azienda?

Ricordiamo che l’IIT è completamente statale, di proprietà del Ministero dell’Economia ma governato da una fondazione che segue le regole del diritto privato. Per quanto riguarda il bilancio dell’azienda è composto da finanziamenti pari a circa 150 milioni di euro dei quali 2/3 arrivano dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. Per fare solo un esempio nel biennio 2023-2025 sono stanziati 103.578.625 euro, reiterati per il 2024 e fissati a 97.578.625 euro per il 2025.

Insomma fa sorridere un po’ il fatto che questa azienda determini in maniera unilaterale la vita professionale dei suoi dipendenti sapendo che è partecipata da fondi pubblici per il 67%.

Ma gli elementi contraddittori non finiscono qui: abbiamo scoperto che per i vertici IIT non esiste alcun contratto applicabile ai dipendenti né esiste la volontà di elaborarne uno in concerto con le organizzazioni sindacali ma esiste un contratto per quanto riguarda i dirigenti. Peraltro l’IIT risulta essere iscritto a Confindustria come associazione datoriale di categoria e dunque ai dirigenti si applica il Contratto collettivo dirigenti industria, compresi i dirigenti di ricerca.

Una situazione quantomeno balzana.

Nell’audizione di ieri l’azienda si è presentata con avvocati giuslavoristi che hanno continuato a giustificare la mancanza di regolamentazione per i dipendenti.

Per questo richiederò all’Assessore al Lavoro Augusto Sartori di portare in Commissione III i risultati prodotti e cosa è stato ottenuto dall’incontro con Regione Liguria e i vertici dell’azienda.

Redazione


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