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Municipio Centro Est | 08 febbraio 2023, 14:20

Mafia, dal Pnrr fondi destinati alle regioni del sud, Libera: "E' un problema nazionale, la politica segue logica di 20 anni fa"

In Comune il punto della situazione sugli immobili confiscati. A marzo apriranno una escape room e una ciclofficina in centro storico. Piccardo: "Non si perda la memoria o la mafia si rinvigorisce"

In via della Maddalena si trovano alcuni degli immobili confiscati alla criminalità organizzata

In via della Maddalena si trovano alcuni degli immobili confiscati alla criminalità organizzata

Il tema della confisca dei beni sequestrati alla mafia è percepito come regionale, prevalentemente per le regioni del sud, lo dimostrano i fondi del Pnrr destinati alla lotta alla mafia”. Lo ha dichiarato Stefano Busi, rappresentante di Libera Genova questa mattina alla commissione convocata a Tursi per fare il punto della situazione sugli immobili confiscati alla criminalità organizzata.La politica segue una logica vecchia di vent'anni se pensiamo che la quarta regione con maggiore infiltrazione mafiosa è la Lombardia”, prosegue Busi che ha ricordato le iniziative portate avanti negli anni dalle associazioni per sensibilizzare sull'argomento, a partire da quella del 2016 quando in una notte gli attivisti esposero alcuni striscioni davanti alle saracinesche abbassate dei locali del centro storico confiscati. “Il mattino dopo gli striscioni vennero strappati, da lì è partita l'idea di decorare le saracinesche di quegli immobili”, ha spiegato.

A Genova sono 71 gli immobili confiscati che fanno parte del patrimonio del Comune di Genova che porta avanti progetti finalizzati al riutilizzo concentrando gli sforzi per la creazione di progetti sociali. Recentemente due di questi, a San Teodoro e in centro storico sono stati destinati all'emergenza abitativa. Molti di questi sono stati acquisiti dopo il maxi sequestro Canfarotta. Circa 60 sono stati destinati, per altri dieci circa vi sono difficoltà: “Si tratta di magazzini senza servizi né finestre, per cui è difficile collocarli”, ha spiegato Giorgia Casabona, dirigente del settore Patrimonio del Comune

Spesso – aggiunge Casabona – si tratta di beni che al momento della confisca si trovano in pessime condizioni, con problemi di agibilità e abusi edilizi di ogni genere”.

Succede anche che i mafiosi prima di abbandonarli li distruggano per dimostrare la propria contrarietà alla confisca”, ha aggiunto Angela Milazzo, dirigente del dipartimento Sviluppo Economico della Regione.

A marzo sono previste due aperture in centro storico, una escape room in vico dell'Umiltà e una ciclofficina in vico delle Rose.

La convocazione della commissione è stata richiesta dalla consigliera della lista Rossoverde Francesca Ghio per chiedere un monitoraggio sulle attività portate avanti dal Comune e dalla Regione e per spingere verso il consolidamento della rete che vede in prima linea non solo le istituzioni, ma anche le numerose associazioni che operano sul territorio.

A questo proposito è intervenuto Andrea Piccardo, commerciante e attivista del centro storico. “Nel nostro quartiere parliamo della pressione mafiosa, alcuni di noi hanno subito minacce, qualcuno ha perso la vita, altri hanno patito per anni questo tipo di pressione. Va mantenuto il ricordo, la memoria è molto importante perché quando viene cancellata la mafia si rinvigorisce, loro fanno attività quando noi facciamo un passo indietro”.

Sul fronte istituzionale, Angela Milazzo ha ricordato i fondi destinati da Regione Liguria che ammontano a circa 500mila euro, una cifra che, ha precisato la consigliera del Partito Democratico Cristina Lodi, sono destinati su iniziativa dei gruppi di minoranza.

"È stato fatto un grande lavoro dai nostri uffici – ha commentato l’assessore al Patrimonio Francesco Maresca e le associazioni hanno presentato progetti molto interessanti per la rigenerazione e la rinascita di immobili confiscati. Molti immobili però si trovano in uno stato di forte degrado e alcuni di difficile reimpiego visto che si parla di fondi e magazzini che presentano anche abusi edilizi e d enormi criticità. Quarantaquattro appartamenti sono stati destinati anche al social housing. Genova si è distinta a livello nazionale come buone pratiche nel riutilizzo e nell’assegnazione dei beni confiscati e su questa direzione vogliamo proseguire".

Francesco Li Noce


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