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Municipio Valpolcevera | 16 febbraio 2023, 07:38

Cantieri a Certosa, tra espropri, promesse di rigenerazione e l’esposto per la salvaguardia dei palazzi

C’è preoccupazione per la tenuta dei palazzi di via Rossini

Cantieri a Certosa, tra espropri, promesse di rigenerazione e l’esposto per la salvaguardia dei palazzi

Sono un centinaio le raccomandate con ricevuta di ritorno inviate agli abitanti di Certosa dal COCIV, il Consorzio Collegamenti Integrati Veloci, per i lavori alla linea ferroviaria di collegamento Bivio Fegino - Parco Rugna/Bettolo via Campasso.

GLI ESPROPRI

Nello specifico si tratta dei cittadini che hanno baracche o strutture simili nei pressi di via al Ponte Polcevera e che sono soggetti ad espropri. Non si tratta di espropri di abitazioni ma di pertinenze. Ora i cittadini che hanno ricevuto la raccomandata hanno 60 giorni di tempo per visionare il progetto e fornire elementi utili per stabilire il valore dell'area ai fini dell'indennità di esproprio per poi arrivare, intorno a fine marzo, ad un percorso espropriativo chiaro e definito che si concluderà con la demolizione e rifacimento del Ponte sul Polcevera.  

Nella zona, interessata dai lavori della linea ferroviaria da un lato e dal prolungamento della linea metropolitana dall’altro, a preoccupare è l’integrità degli stabili e degli appartamenti circondati dai cantieri. Nella maggior parte di casi si tratta di strutture vetuste, palazzi degli anni ’50 e ’60 che potrebbero risentire delle oscillazioni provocati dai macchinari nei cantieri.

LA RIGENERAZIONE

Se da una parte proseguono i lavori all’interno dei due cantieri che chiudono nella morsa il quartiere di Certosa, dall’altra si è iniziato a parlare di riqualificazione con oltre 200 mila euro tra rigenerazione di Certosa-Rivarolo-Fegino e Sampierdarena e gli indennizzi ai residenti. Sull’argomento proprio ieri la consigliera comunale del Partito Democratico Cristina Lodi ha richiesto la convocazione di una commissione consiliare ad hoc e attacca l’amministrazione comunale:

“Il Comune gioca a nascondino con i 200 milioni messi a disposizione dal Governo per i cittadini della Valpolcevera, del Campasso e di Certosa, che stanno attendendo di sapere se sono arrivati e come intende spenderli. In Consiglio comunale, ho richiamato l’attenzione sulla mancata convocazione della commissione consiliare comunale richiesta a luglio, in cui, spinta dai comitati territoriali, chiedevo all’assessore Piciocchi e a tutti i coinvolti di fare trasparenza sulla questione della riqualificazione del Campasso e di Certosa.

 Questo gioco a nascondino lo conosciamo bene, ma questa volta la posta in gioco è molto alta. Sto ancora attendendo risposta all’interrogazione scritta in cui chiedo al Comune se e quanti soldi sono già stati trasferiti per l’opera; spesso il Comune si dimentica che non sono soldi della giunta comunale ma sono fondi destinati ai cittadini per provare, almeno in parte, a risarcirli di quanto stanno subendo rispetto alla pesante cantierizzazione della zona. Questa politica chiede ai cittadini di subire ma non sempre li affianca in processi veri di riqualificazione e di sostegno. Ancora una volta questa amministrazione sembra lasciare i cittadini soli”.

L’ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA

L’allarme per la tenuta degli edifici arriva principalmente da via Rossini. Qui i residenti sono preoccupati perché i palazzi potrebbero essere stati realizzati senza fondamenta. Lo scorso 8 febbraio il comitato Liberi Cittadini di Certosa ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica perché “l'utilizzo di mezzi meccanici di trivellamento e quant’altro necessario per la realizzazione dell'opera - si legge nel documento presentato - potrebbero creare nocumento per la stabilità degli edifici, in particolare per quelli di via Rossini”.

Abbiamo prima informato Regione, Comune, RFI, COCIV, ponendo la precisa richiesta di intervenire per controlli accurati, onde evitare eventuali problemi con i cantieri ferroviari, ma anche metropolitano e la successiva attivazione della linea - dice Enrico d’Agostino, presidente del comitato Liberi cittadini di Certosa - Non avendo ricevuto risposte, abbiamo deciso di compiere un passo ancora più formale depositando presso il Tribunale di Genova un esposto, chiedendo di attivare nei modi dovuti una indagine su quanto da noi segnalato e come previsto dalla legge, avere riscontro. 

Per atti diretti a compromettere la stabilità, pericoli per la pubblica incolumità, cagionando crolli di costruzioni o altri disastri dolosi, può essere applicato l'art. 434 del Codice Penale, da 1 a 5 anni. Lo riteniamo un atto "antipatico", ma di estrema garanzia e tranquillità per tutti”.

Marco Garibaldi

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