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Politica | 24 marzo 2023, 15:40

Piano Socio Sanitario, Lista Sansa: “Grave che Toti abbia presentato il documento prima alla stampa che ai medici”

Nelle osservazioni di Sansa, Centi e Candia forti critiche per la politica di accentramento dei presidi medici

Piano Socio Sanitario, Lista Sansa: “Grave che Toti abbia presentato il documento prima alla stampa che ai medici”

“Troviamo grave che dopo mesi di annunci, bozze e indiscrezioni Toti abbia preferito presentare il piano sociosanitario – che è il documento più importante di questa legislatura – prima alla stampa che ai rappresentanti dei medici, ai sindacati e al Consiglio regionale”. Questa la critica dei consiglieri regionali della Lista Sansa, Ferruccio Sansa, Roberto Centi e Selena Candia, in seguito alla conferenza stampa organizzata ieri pomeriggio dalla Giunta regionale per presentare il piano sociosanitario.

“Con il nuovo piano sociosanitario la Giunta Toti ha perso un'occasione per coinvolgere le professionalità della nostra regione, ascoltarle, e raccogliere contributi di idee ed esperienze – fa notare Ferruccio Sansa -. Hanno preferito fare tutto da soli seguendo il disegno di fondo di privatizzare la Sanità pubblica. E i risultati, purtroppo, li vediamo già da tempo nella nostra vita quotidiana”. 

Su questo aspetto il consigliere Roberto Centi risponde anche alla dichiarata apertura, da parte di Toti, a modificare il piano raccogliendo nuove osservazioni. “Non credo a quello che dice Toti sulla possibilità di revisionare il piano perché anche in questo caso sta adoperando il solito modus operandi che ben conosciamo – rimarca Centi -. Ovvero far passare l'iniziativa politica facendola votare senza alcun passaggio democratico prima. Come è successo anche in sede di Bilancio”.

Nello specifico del piano sociosanitario disegnato dalla Giunta Toti, Centi pone l'attenzione soprattutto sul problema dell'accentramento dei presidi e delle prestazioni sanitarie. “ Il piano sociosanitario risponde più a regole di distribuzione sul territorio di risorse edilizie e professionali che ai reali bisogni dei territori – osserva -. Non c'è un'adeguata presa in carico delle aree interne e le Case della Comunità sono sparse sul territorio solo in base alle esigenze edilizie, usando come giustificazione il fatto che il Pnrr non prevedeva la costruzione di nuove strutture sanitarie. Inoltre questo piano non tiene conto degli squilibri tra le Asl, persegue la centralizzazione verso Genova e comunque verso poli territoriali che lasciano scoperti ampi territori”. “Il progetto del 'San Martino diffuso', sulla falsariga di quanto già in atto con il 'Gaslini diffuso' – aggiunge Centi – non è altro che un accentramento verso territori sempre più ristretti, con la scusa delle prestazioni numericamente sufficienti per garantire il servizio. Benché le Asl rimangano cinque, di fatto con questo piano è previsto un accorpamento sulle 'ali', che significa avere tre Asl. Da spezzino poi mi preme segnalare la grottesca situazione del Felettino, che si vede rimandato al 2027 con un piano finanziario discutibile e nel quale di recente è entrata esplicitamente la vendita del Sant'Andrea con una sottovalutazione del potenziale dell'ospedale San Bartolomeo di Sarzana”.

“Tutti questi problemi evidenziati vengono però dopo il principale problema che è la carenza di personale – conclude Roberto Centi -. Per questo serve un piano di assunzioni, servono concorsi a tempo indeterminato, serve attrarre personale medico e paramedico per evitare la mobilità passiva verso le regioni vicine, un fenomeno quest'ultimo che oggi ci vede primeggiare, ahinoi, come regione. Noi saremo puntuali nelle osservazioni ai singoli punti in Commissione e nel dibattito pubblico che seguirà”.

Uno dei temi più dibattuti nei mesi che hanno preceduto la presentazione del piano sociosanitario è stato la chiusura dei punti nascita. Dopo aver ipotizzato la chiusura di vari punti tra Genova e il ponente, la scelta definitiva dovrebbe prevedere la chiusura del reparto di maternità dell'Evangelico di Voltri. “Alla base della presunta chiusura del punto nascita di Voltri non c'è nessuna valutazione seria sui punti nascita in Liguria – attacca la consigliera Selena Candia -. Quali ospedali hanno la rianimazione per le madri? Quali la rianimazione per i neonati? Quali entrambi? Quali un centro trasfusionale? Non era meglio aspettare l'arrivo dell'ospedale del Ponente agli Erzelli prima di chiudere la maternità a Voltri?”. “Non si capisce – aggiunge Candia – perché la Regione abbia tutta questa fretta di chiudere un punto nascita visto che dal Ministero non stiamo ricevendo alcun pressing in tal senso. È vero che ci sono dei parametri numerici, ma vi è anche la conformazione del territorio da considerare. Abbiamo una sola strada (con diversi problemi per i cantieri) e questo significa che per chi abita nel ponente, in Valle Stura, ad Arenzano o Cogoleto sarà sempre più difficile raggiungere un punto nascita in tempo”.

“La sensazione è che si preferisca chiudere un punto nascita come Voltri per poter avere del personale da ridistribuire negli altri punti – conclude Selena Candia -. Anche perché altrimenti non si capirebbe come in città a Genova possano coesistere tre punti nascita mentre a Ponente, dove numericamente ci sono più persone, avremmo un buco di 45 km tra Sampierdarena e Savona. O forse bisogna pensare che si andrà a chiudere Voltri perché in questa parte di Genova le persone hanno urlato meno forte, avendo perso la speranza di essere ascoltati?”.

Redazione


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