Votata all’unanimità dal consiglio comunale di Genova, nell’ambito delle sedute dedicate al bilancio, la riduzione dell’aliquota Imu sugli immobili a canone concordato. La misura segna un ritorno alle origini per l’amministrazione guidata dalla giunta Salis, che in estate aveva promesso la retromarcia dopo le polemiche esplose in città per l’innalzamento dell’aliquota.
In particolare, l’aliquota era stata portata allo 1,06%, con un introito stimato per le casse comunali pari a 5,3 milioni di euro. Dal 2026 tornerà invece allo 0,78%. Un voto arrivato proprio nel giorno della scadenza del termine per il pagamento del conguaglio Imu, risultato più pesante rispetto al passato proprio a causa delle modifiche introdotte nei mesi scorsi.
In sala rossa la discussione è stata lunga e non priva di tensioni. La retromarcia sull’aliquota, chiesta a gran voce anche dalle associazioni dei proprietari e dai sindacati degli inquilini, è stata approvata senza voti contrari. Ma il clima si è surriscaldato sul fronte degli emendamenti.
Non è passato, infatti, quello proposto dalla minoranza per estendere l’esenzione Imu a chi si trovi con la prima casa inagibile a causa di eventi calamitosi, misura pensata per venire incontro anche agli inquilini del palazzo di via Piacenza, inaccessibile dal febbraio 2023 dopo i gravi danni provocati da un vasto incendio. L’opposizione, con il capogruppo di Vince Genova Pietro Piciocchi, chiedeva che l’esenzione fosse estesa a tutti gli immobili inagibili a destinazione abitativa e non solo alle abitazioni principali.
La proposta ha però incassato i pareri contrari degli uffici e dei revisori dei conti per ragioni tecniche e il no della giunta per motivi sostanziali. Secondo il vicesindaco Alessandro Terrile, l’estensione della platea "porterebbe a un ammanco di gettito non sostenibile e inoltre porterebbe al rischio di una corsa alle dichiarazioni di inagibilità per gli immobili non utilizzati".
Dura la replica di Pietro Piciocchi, che ha commentato: "Con questo voto contrario avete perso l’occasione di confutare chi vi accusa di ipocrisia rispetto alle fasce più deboli". Sulla stessa linea Paola Bordilli e Alessio Bevilacqua, che hanno aggiunto: "Il pressappochismo e l’impreparazione dell’amministrazione hanno prodotto una delibera scritta male e costruita peggio, che non copre tutte le situazioni presenti in via Piacenza, lasciando fuori diversi immobili e smascherando l’inconsistenza degli annunci fatti ai cittadini".













