La protesta dei lavoratori di Windtre contrari allo scorporo della rete mobile. Il piano prevede la creazione di una società dedicata, venduta a un fondo finanziario speculativo svedese, a cui sarà attribuita l’infrastruttura di rete.
“Siamo qui per far conoscere la nostra situazione aziendale e far sì che la politica si prenda le sue responsabilità individuando soluzioni ai problemi che affliggono il settore - spiega Luca Stumpo, RSU Slc Cgil di Windtre - Ci dicono che i ricavi si sono ridotti all’osso e a farne le spese sono sempre i lavoratori.
Nel nostro caso abbiamo una situazione in cui l’azienda ha deciso dall’alto di scorporare la rete, ci sono lavoratori che andranno a finire in un’altra società di nuova costituzione e un futuro incerto. Solitamente compito dei fondi è di tagliare e ridurre i costi e la nostra preoccupazione è proprio questa: che si vada a finire in una situazione non chiara”.
La preoccupazione maggiore dunque è per la maggior parte dei lavoratori che andranno a far parte della nuova società:
“Per quanto riguarda Genova ci sono 40 persone su un totale di 60 - continua Stumpo - Quindi 20 dipendenti rimarrebbero nei servizi mentre i restanti andrebbero a far parte del fondo. A livello nazionale si parla di 2.200 persone che confluirebbero in questa società della rete e circa 4.500 persone che rimarrebbero nell’ambito servizi”.
Le sigle sindacali sono state accolte dall’assessore regionale Augusto Sartori e dai consiglieri regionali.
“Abbiamo incontrato come capigruppo le rappresentanze sindacali di Windtre e braiamo deciso di preparare per la prossima settimana un ordine del giorno che intervenga sulle questioni occupazionali e che chieda al Governo di utilizzare la ‘golden share’ - dice il consigliere regionale Gianni Pastorino (Linea Condivisa) - Stiamo parlando di un’infrastruttura di rete, quella su cui corrono informazioni dati che riguardano la collettività. È un fatto che ha una sua rilevanza politica, di tenuta della trasparenza dei processi collettivi e pubblici”.