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Politica | 06 giugno 2023, 07:59

"La Liguria non è una regione per disabili", il servizio di Report riaccende le polemiche

Il servizio ha raccontato, attraverso interviste e testimonianze come la Liguria sia ancora indietro nell'assistenza ai disabili

"La Liguria non è una regione per disabili", il servizio di Report riaccende le polemiche

L'annoso problema della disabilità in Liguria è stato al centro di una puntata della trasmissione di inchiesta in onda su Raitre, Report. (QUI la puntata) Un servizio di Chiara De Luca e Lidia Galeazzo ha raccontato, attraverso interviste e testimonianze come la Liguria sia ancora indietro nell'assistenza ai disabili.

Il primo passo è stato andare nella nuova pista ciclabile di corso Italia, dove alcuni esperti hanno fatto notare delle barriere architettoniche, come la presenza di pali e semafori che impediscono alle carrozzine di muoversi liberamente. Un altro aspetto critico sottolineato è la posizione dei parcheggi per disabili, troppo vicini alla carreggiata. L'assessore alla mobilità del Comune di Genova Matteo Campora ha tuttavia chiarito di aver valutato ogni aspetto segnalato con la consulta dei disabili secondo cui la pista sarebbe a norma.

Si è poi analizzata la questione relativa ai fondi spesi dalla Regione per i disabili e le strutture per la cura e la riabilitazione. Come ricordato nel servizio, la Liguria su questo è stata bacchettata dalla Corte dei Conti. 

Tra le testimonianze quella di Maria Teresa Castelli, presidente dell'associazione Maruzza e quella di Marco Macrì, portavoce di 2000 famiglie con minori disabili. Insieme hanno raccontato le carenze che denunciano da anni. A Genova l'unico ospedale attrezzato per la cura dei giovani con disabilità è il Gaslini, il problema si pone quando i giovani che hanno bisogno di assistenza compiono 18 anni. 

Nel 2018, come viene ricordato durante il servizio, il Gaslini ha stilato una lista in cui sono stati inseriti i maggiorenni che avrebbero potuto continuare a usufruire delle cure, “ma è ancora tutto sulla carta”, ha spiegato Maria Teresa Castelli. 

L'accordo con il Gaslini è stato citato anche dall'assessore regionale alla sanità Angelo Gratarola, confermando però che non è ancora attivo, “c'è l'idea di allungare la presa in carico”, ha detto.

Sono stati citati i casi dei ritardi della 104 e quello dell'Istituto Comprensivo Duca degli Abruzzi, dove dallo scorso settembre tutti i fondi della scuola sono stati dirottati su un'unica classe con sette bambini disabili. 

Gratarola ha poi annunciato che sarà raggiunto l'allineamento con l'Inps per quanto riguarda i tempi per il riconoscimento della 104; allineamento tuttavia lontano, visto che l'Inps impiega 28 giorni per lavorare una pratica, mentre le asl liguri ne impiegano 162.

Le cure, com'è noto, in attesa del riconoscimento della 104 vengono pagate dai genitori dei bambini disabili, un padre ha raccontato durante il servizio di aver dovuto chiedere un prestito, Macrì ha parlato di 600 euro al mese.

I fondi, come ricordato, ci sarebbero. La Regione nel 2020 aveva stanziato 2 milioni di euro, ma solo 700 mila sono stati spesi. Questo per ammissione di Gratarola è dovuto al problema di trovare il personale sanitario per erogare i servizi. 

Che la Liguria abbia perso il 10% degli operatori sociosanitari dal 2010 al 2020, pari a 2587, per il segretario generale Fp Cgil Genova Luca Infantino è una scelta politica. Durante il servizio è stato ricordato come negli ultimi anni la Regione amministrata da Giovanni Toti abbia speso 2,5 milioni di fondi europei per la promozione del territorio, citando il caso del marchio 'La mia Liguria' sulle maglie delle squadre di calcio, “con i colori del partito del presidente”.

Il servizio si è concluso con la storia di Francesco Quaranta, disabile mister di una squadra di Prima Categoria di Spezia, che non può entrare in campo per via delle barriere architettoniche presenti. La Regione ha detto che le barriere nei campi sportivi saranno eliminate.

Redazione


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