Tra una tabella aerea per cercare di capire quale volo dall'Argentina porterà a Genova il promesso sposo Retegui, e uno o più indizi sui prossimi necessari rinforzi dal mercato, la prima parte della preparazione del Genoa di Alberto Gilardino si chiude con una sconfitta nel primo test amichevole di un certo spessore, 1-4 contro il Venezia.
Dopo l'annullamento causa maltempo della partita contro gli austriaci del WSG Tirol, la truppa rossoblù lascerà quest'oggi la Val di Fassa per riprendere martedì la preparazione a Pegli, con vista Monaco (ore 20.30 al Ferraris sabato 29 luglio) ma specialmente mercato.
Perché se la casella del bomber pare prossima a riempirsi ufficialmente col nome dell'ultima scoperta del ct Mancini per il ruolo di punta della Nazionale, allo stesso modo appare palese come siano diverse quelle ancora da colmare per dare al tecnico una squadra all'altezza di una salvezza tranquilla. Circa otto dovrebbero essere i rinforzi totali: due ci sono (Aaron Martin e ormai imminente Retegui), per gli altri si lavora. Incastrando il discorso anche in chiave uscita.
A questo son servite le due settimane trentine, per valutare chi potrà continuare a vestire la maglia del Club più antico d'Italia e chi invece farà le valigie. "Impegno, dedizione e professionalità e un buon lavoro fisico, tecnico e tattico" nel frattempo, lo garantisce lo stesso allenatore che coi lagunari ha dovuto far a meno di giocatori importanti non solo numericamente come Badelj, Aramu, Ekuban, Bani, Hefti e Pajac.
Assenze alle quali si è aggiunto il peso fisico di queste settimane, portando anche a perdere qualche geometria rispetto al passato nonostante gli interpreti di fatto si conoscessero già molto bene tra loro: "Abbiamo collezionato 7/8 palle gol, l'importante è mantenere la mentalità e l'equilibrio anche in svantaggio senza sbilanciarsi, allungarsi e dare il campo agli avversari".
È stato infatti un Genoa che, dopo aver sprecato con Gudmundsson il rigore del possibile vantaggio parato da Joronen (4') ed essere andato sotto per il doppio vantaggio, sempre dal dischetto, con Pohjanpalo (8') e Pierozzi (24'), è riuscito appena a rimediare in termini di risultato dagli undici con l'islandese (36'). Il resto è stato un secondo tempo poco preciso e condizionato forse dalla condizione appesantita, che ha visto gli arancioneroverdi allungare con due tiri da fuori di Amdersen (51') e Busio (63').
Insomma, come l'ha definito Gilardino, "un segnale, un campanello d’allarme che può far solo che bene".