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Attualità | 18 ottobre 2023, 11:00

I genovesi salvano sempre più gli abiti usati per dar loro una seconda vita

Primi mesi assolutamente positivi per il negozio Humana vintage di via San Vincenzo, che conferma questa tendenza nella cittadinanza. E per il futuro nuove iniziative dedicate ai giovani

I genovesi salvano sempre più gli abiti usati per dar loro una seconda vita

Curiosità, scelta consapevole o semplice necessità di aggiornare il guardaroba: qualunque sia il motivo che spinge i genovesi ad avvicinarsi al mondo di Humana Vintage, il negozio di via San Vincenzo, sembra non essersi spento dopo l’inaugurazione del primo store in Liguria del brand ‘etico’. 

La risposta dei genovesi all’apertura è stata sin da subito molto positiva, molti clienti ci dicono che aspettavano la presenza di un nostro negozio in città, conoscendo già la nostra realtà (siamo già presenti a Torino, Milano, Roma, Verona, Bologna e Firenze)”, commenta Chiara Zaccone, che si occupa di Marketing e Communication all’interno di Humana. 

La clientela è molto varia e spazia anche per fascia di età, diversi sono anche i turisti. Oltre all’interesse verso la proposta di Humana Vintage e quindi all’acquisto dei capi, abbiamo riscontrato anche molto interesse a portare gli abiti usati che non si indossano più per affidarli a Humana, una cosa che non sempre è così diffusa all’inizio quando apriamo un nuovo punto vendita, mentre qui a Genova è stata subito molto apprezzata”.

L’attenzione verso il riciclo delle fibre tessili di vecchi abiti, qualora non fossero più in condizione di essere indossati, ha fin da subito colpito molti consumatori, che da qualche settimana hanno un’occasione in più per continuare a fare scelte consapevoli ed etiche anche quando devono dismettere un capo di abbigliamento. Si tratta dei bidoni arancioni che Humana e Amiu hanno realizzato e che sono già stati posizionati su gran parte del comune di Genova e in parte anche nella città Metropolitana. Il funzionamento è un po’ quello del vecchio ‘Staccapanni’: all’interno dei bidoni potranno essere inseriti vestiti, scarpe, accessori e biancheria per la casa. Dopo una selezione, gli oggetti verranno messi in vendita, destinati a progetti umanitari o inseriti nella filiera per il recupero delle fibre tessili, che poi verranno utilizzati per creare nuovi capi.

Per il prossimo futuro puntiamo a rafforzare le iniziative rivolte al pubblico dei più giovani, uno dei target principali dei nostri negozi”, conclude Zaccone, facendo leva sulla sempre crescente attenzione dei ragazzi al mondo del riuso e del recupero.

Chiara Orsetti

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