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Municipio Valpolcevera | 03 aprile 2024, 09:51

Pontedecimo, sabato l'intitolazione di una via al ciclista degli anni Venti Luigi Ghiglione

Grazie a lui nacque il Giro dell'Appennino, di cui fu presidente per quarantasette anni. Tra i riconoscimenti ottenuti anche il titolo di Cavaliere e la Stella d'Oro al merito sportivo

Pontedecimo, sabato l'intitolazione di una via al ciclista degli anni Venti Luigi Ghiglione

A Pontedecimo, sabato 6 aprile alle 9,30 sarà ufficialmente intitolata ‘Via Luigi Ghiglione Presidente dell’U.S. Pontedecimo Promotore del Giro dell’Appennino’. L’appuntamento è  all’incrocio davanti all’Ospedale Gallino, tra ponte Dellepiane, via Pieve di Cadore e via Ricreatorio. A omaggiare il ricordo del ciclista genovese sarà il nuovo tratto di strada tra l’incrocio stesso e via Poggi, dalla piscina.

Nel corso della sua carriera, Luigi Ghiglione riuscì a ottenere risultati eccellenti in sella alla sua bicicletta: tra le sue imprese non si possono non ricordare la scalata della Bocchetta in 27’, con bici top di gamma da 13,5 kg e 46:19 di rapporto, i Giovi dal dazio, dove ci sono ora le strisce pedonali a nord del capolinea, in 25’.  

Tempi impressionanti, considerando anche le strade sterrate; buoni anche adesso con bici nettamente più performanti e strade scorrevoli. 

Promosse il ciclismo giovanile e fu un ottimo tecnico capace di portare a Pontedecimo un titolo italiano di ciclocross nel 1955 e un terzo posto nel 1956 più varie maglie azzurre con Mario Aldo Rossi, un ottimo atleta come Sergio Ferrando al professionismo e a conquistare con Elio Magnanego, Valerio Chiarlone e altri atleti fior di vittorie in giro per l’Italia.

Nel 1934 diede vita al Circuito dell’Appennino, divenuto poi Giro nel 1955. Ghiglione ricoprì il ruolo di presidente fino al 1981, anno in cui decise di dimettersi per diventare un semplice socio. 

Tutti i più grandi campioni hanno calpestato le nostre strade, quelle del suo 'Appennino' e la 'sua' Bocchetta tra cui Coppi, Bartali, Magni, Baldini, Gaul, Bahamontes, Martini, Zilioli, Dancelli, Gimondi, Motta, Battaglin, Moser, Saronni, Baronchelli, Bugno, Chiappucci, Fondriest, Indurain, Froome, Colbrelli. Dal 1994 su proposta del genero Fiorenzo Rapetti e dei nipoti Maura e Fulvio è stato istituito il trofeo alla sua memoria  e della figlia Osvalda che lavorò a suo fianco nell’ombra per decenni alla realizzazione dell’'Appennino'. 

Il trofeo è stato appannaggio dei più grandi scalatori al mondo, tra questi Berzin, Tonkov, Pantani, Simoni, Cunego, Pozzovivo, Nibali. Il Giro dell’Appennino detiene inoltre un record mondiale con Giambattista Baronchelli, 'Mister Appennino' vincitore di una classica sullo stesso percorso per sei volte consecutive, dal 1977 al 1982. 

Tutti i campioni vennero all’Appennino senza un ingaggio perché la filosofia di Ghiglione era che la gara è ricca, ci sono tanti premi ma guadagna chi 'fa la corsa', chi combatte si porta a casa tanti traguardi volanti, e tanti soldi. "Cosa me ne faccio di avere, dietro compenso, un asso che magari si ritira ai piedi della Bocchetta o che corre senza ambizioni ma per giustificare l’ingaggio?". 

Per 47 anni è stato un ambasciatore della Genova sportiva nel mondo e la sua eredità è stata raccolta e portata avanti alla perfezione dai suoi successori, fino ad arrivare alla U.S. Pontedecimo odierna. 

Fu anche un pioniere della sicurezza stradale, passiva e attiva, non solo nel momento della gara ma anche nei comportamenti virtuosi in bici a cui educava pedalatori e ciclisti agonisti, sia i suoi atleti, sia i professionisti, che invitava sempre e comunque ed educava a prestare attenzione al loro comportamento su strada. 

L’U.S. Pontedecimo, prima in Italia, l’8 maggio 1960 fece erigere un cippo sulla Bocchetta al Campionissimo Fausto Coppi; dal 20 giugno 1987 Luigi siede a fianco del suo caro amico Fausto sul passo della Bocchetta con questa dedica scritta sul cippo: ‘Qui posero coloro che ne apprezzarono le virtù civili e sportive'. Sportive è stato detto, civili perché fu attivo nel contrastare la dittatura fascista e l’invasione nazista al punto di sfuggire di pochissimo, con la famiglia, dall’essere trucidato dagli stessi che avevano posto il veto di recuperare i corpi dei partigiani da loro sterminati il giovedì di Pasqua del 1944 e lasciati volutamente allo scempio degli animali. Lui non solo andò a recuperarli. con altri ma da bravo falegname fece in soli tre giorni le bare smontabili portate poi a dorso di mulo a Passo Mezzano e alla Benedicta.  

L’affronto al regime fu troppo grande per un uomo già nel mirino per il suo continuo boicottaggio e la sua palese opposizione e fu cercato per far fare a lui, moglie, figlia e figlio la stessa fine dei ragazzi barbaramente uccisi i giorni precedenti. Cercato ma non trovato. 

Per la sua attività sportiva, pur schivo, tra i numerosi riconoscimenti gli vennero assegnati i più prestigiosi quali Cavaliere (1964), Cavaliere Ufficiale (1971), Stella d’Oro al merito sportivo del Coni Nazionale (1979), Commendatore della Repubblica Italiana (1981), questi ultimi due molto rari da trovare attribuiti a una sola persona. Uno dei tanti riconoscimenti in ambito professionale fu L’Aquila di diamante-Maestro del Commercio nel 1982 per i suoi sessantuno anni di attività commerciale, falegname e mobiliere. 

Il nipote Fulvio Rapetti con la sorella Maura e i cugini Sandra, Roberto, Simona ed Helga Ghiglione e le loro famiglie hanno ringraziato di cuore tutte le persone che a vario titolo hanno lavorato a questo prestigioso riconoscimento: "L’U.S. Pontedecimo con Enrico G. Costa presidente e Fabio Barbieri segretario, da cui è nata l’idea e coloro che l’hanno accolta e realizzata con tanto impegno e passione, Federico Romeo presidente del V Municipio Valpolcevera, Andrea Mario Marini consigliere municipale e socio dell’U.S. Pontedecimo, il consiglio del V Municipio, Alessio Bevilacqua consigliere comunale delegato in materia di tutela e sviluppo delle vallate primo firmatario della proposta in consiglio comunale, approvata all’unanimità, Federico Bertorello Vice Presidente del Consiglio Comunale sempre vicino al ciclismo e alla ciclabilità, Fabio Ariotti consigliere comunale delegato in materia di partecipazione dei cittadini alle scelte dell’amministrazione, Marta Brusoni, assessore comunale al personale, politiche dell’istruzione, servizi civici, informatica, il consiglio comunale di Genova, Stefano Anzalone consigliere regionale, senza dimenticare i passati presidenti dell’U.S. Pontedecimo che hanno coltivato la memoria di Luigi Ghiglione, il compianto Tomaso Morgavi e Ivano Carrozzino. L’azione, partita dai cittadini e portata avanti in modo bipartisan dalle istituzioni è stata molto apprezzabile e ben conoscendo Luigin sarebbe stato ben felice di vedere oltre che una via a suo nome anche questa capacità di collaborazione senza distinzione alcuna di colore e di funzioni”.

Redazione

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