Dai ‘bassi’ del centro storico agli schermi di computer e smartphone, Genova porta con sé anche nel mondo del digitale la sua tradizionale vocazione per il mondo dell’amore a pagamento. Quello cantato da Fabrizio De André, quello ritratto da Lisetta Carmi nelle sue fotografie, quello raccontato (con meno poesia, va detto…) dai numeri di EscortAdvisor, portale di riferimento per chi è alla ricerca di opinioni e recensioni. Proprio come si fa per ristoranti, hotel, b&b.
Nel mondo dell’opinione da condividere a tutti i costi, anche le escort da qualche tempo sono soggette al giudizio dei loro clienti tanto da finire loro stesse a essere valutate con stelline e recensioni più o meno approfondite.
EscortAdvisor, con le sue statistiche, diventa così una sorta di fotografia del mondo del ‘proibito’ genovese, quello che da un lato vive nell’ombra, ma dall’altro si fa portavoce di consigli e dritte per chi è alla ricerca di qualche ora di svago. Con l’occhio sempre attento al portafoglio.
Analizzando i dati (che si basano sul raffronto tra il 2023 e il 2024), scopriamo che in provincia di Genova la presenza di escort è aumentata del 14,6% con una media di 1,98 escort ogni mille abitanti, dato che fa di Genova la 22ª provincia d’Italia per presenza di professioniste dell’amore. In rapporto alla popolazione provinciale, sono circa 1.600 in totale. E, a dimostrazione di un mercato in costante crescita, la ricerca su Google di ‘escort Genova’ è cresciuta di un notevole 38,4%.
Come diretta conseguenza, è in aumento anche la frequentazione del portale EscortAdvisor che, in provincia, ha visto un aumento delle recensioni pari al 5,60% con una media di 4,03 recensioni ogni mille abitanti (44ª città in Italia). In generale, il traffico dei genovesi sul portale è cresciuto del 4,8%.
Numeri in crescita a dimostrazione di un mondo sommerso che muove centinaia di migliaia di euro ogni anno e che, per ora, vive ancora nel buio senza che tutto questo possa in qualche modo dare un beneficio ai conti pubblici come fa, invece, ogni attività commerciale. Dai ‘bassi’ del centro storico agli schermi sono passati decenni, ma nulla è ancora cambiato sul piano legale, fiscale, morale.