/ Attualità

Attualità | 15 febbraio 2025, 19:00

Olly si gioca la vittoria al Festival, gli amici del rugby ricordano: “E pensare che gli dicevamo che era stonato”

Il racconto del suo mister ai tempi del Cus Genova: “Era il più forte di tutti. Se avesse continuato, sarebbe arrivato in Nazionale”

Foto Gazzetta dello Sport

Foto Gazzetta dello Sport

Olly, oggi noto cantante genovese, prima di iniziare la sua carriera nel panorama musicale, era noto per un'altra sua grande passione: il rugby: “Se avesse continuato a giocare, sarebbe arrivato in Nazionale – afferma Francesco Nasti,  ex allenatore di Federico Olivieri dall'U14 all'U16 – aveva ricevuto diverse convocazioni dall’Accademia della Federazione, ma infortuni e la scelta di trasferirsi a Londra per studiare lo hanno portato a prendere un'altra direzione”. 

Olly, all'anagrafe Federico Olivieri, ha cominciato a cantare negli spogliatoi dello stadio Carlini per festeggiare le vittorie del Cus Genova e non appena i compagni mettevano la musica, lui era il primo a cantare. “E pensare che lo prendevamo in giro dicendogli che non aveva orecchio”, ricorda Nasti. Olly, come lo chiamavano i i compagni, era il capitan del gruppo. Grazie a lui, la squadra ha vinto numerosi tornei e proprio l'allenatore ricorda come, già ai tempi, aveva un fisico straordinario: “Gli avversari si scansavano quando dovevano placcarlo”.

Il suo percorso è iniziato su un campo da rugby situato tra i palazzi di Genova. Olly era il numero 8 del Cus, giocava come terza linea centro e non si risparmiava mai: “Era un giocatore astuto, sapeva quando uscire dalla mischia e passare il pallone al mediano. A 16 anni era già alto 1.90 per 90 chili, e con quella fisicità servivano due o tre avversari per fermarlo”. Federico ha iniziato a giocare a rugby molto presto. Durante i tornei regionali, quando prendeva il pallone, non c’era scampo per gli avversari: “Da solo segnava almeno cinque mete. Volevamo vincere le partite anche con punteggi di 50 o 60 a zero. Ma è sempre stato generoso, giocava per il gruppo e passava sempre il pallone”.

Crescendo, ha iniziato a mettere in mostra la sua forza nei tornei internazionali a Parma e Rovigo, dove ha affrontato anche squadre giovanili del Sudafrica. “Prima di una partita importante, avvertì un forte dolore alla gamba – racconta Piero Zaami, suo allenatore in U18 – gli dissi che avevamo bisogno del nostro capitano, doveva stringere i denti”. Si avvolse il quadricipite in una fascia strettissima e scese in campo. Olly ha sempre sopportato il dolore: “Non ha mai chiesto di essere sostituito – ricorda Nasti – anche quando usciva dal campo con tagli e lividi ovunque”. Oltre a essere un capitano, Federico era un vero leader per il gruppo. Durante il terzo tempo, era inarrestabile: “Con la squadra ci sedevamo a mangiare e bere. Nel rugby, quel momento è sacro, nessuno può andarsene. Alla fine, lui era sempre il primo a dare l'esempio, aiutando a ripulire”.

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium