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Attualità | 15 aprile 2025, 08:00

'Pegli nel cuore', ecco la canzone rap realizzata dai bimbi della terza elementare della scuola 'Villa Banfi' dedicata al quartiere - Video

Tra le rime una "dichiarazione d'amore alla delegazione in cui si vive" racconta il rapper e insegnante Angelo 'Pauz' Sanna . "Volevo che i bimbi potessero cantare la bellezza di questo posto in cui hanno la fortuna di vivere, valorizzandolo in ogni strofa. Ad oggi posso dire che hanno scritto una pagina importante della storia di Pegli"

"Una dichiarazione d'amore alla delegazione in cui si vive": così descrive la canzone 'Pegli nel cuore' il rapper e insegnante Angelo 'Pauz' Sanna, che proprio nei giorni scorsi ha realizzato questo brano (e un video) assieme ai bimbi e alle bimbe della terza elementare dell'istituto Villa Banfi di Pegli.

"Quando lascia la Sardegna per venire a Genova, ho pensato che per sentirne meno la distanza, avrei dovuto fare esattamente quello che facevo a casa, ovvero andare nelle scuole per realizzare dei progetti che potessero lasciare qualcosa nella mente e nel cuore dei ragazzi, in modo da potergli insegnare a credere un po' di più in sé stessi, ma soprattutto per far capire agli altri che la scuola non serve solo ad imparare la storia, ma che la storia la si può scrivere, soprattutto facendo gruppo", racconta il rapper Pauz. 

Un progetto, rigorosamente gratuito perché "queste cose non hanno prezzo", fortemente voluto proprio da lui, ideato e prodotto, che affonda le radici proprio nel suo passato trascorso in Sardegna: "Era una di quelle cose che mi riempivano il cuore e, inoltre, perché me le ricordo bene le parole al veleno di qualcuno, che sapendo che sarei dovuto partire mi disse 'andando via da qua, hai finito sia con la musica, che con le scuole', sottolineandomi che non sarei più stato in Sardegna e che, di conseguenza, nessuno qui mi conosceva - afferma -. Ma io amo le sfide, e così sono ripartito da zero". 

Tutto è successo "per caso" o "per destino" come tiene a precisare Angelo: "Qua a Pegli ci fu un concorso, dove a me non interessava vincere ma partecipare con l'obiettivo di 'sfruttare' qualsiasi evento per non smettere di fare live - prosegue -. In questo spettacolo, partecipava la 'Filarmonica Pegliese' e dopo qualche tempo mi contattarono per esibirmi con loro in un concerto di Natale in Chiesa. Qualsiasi rapper avrebbe detto di no, ma io ho sempre amato aprire le porte che altri chiuderebbero e, così, ho risposto di sì. Proprio in occasione delle prove, ho scoperto che il Presidente della banda era una maestra delle elementari, Cinzia, che ci tengo a ringraziare con tutto il cuore per aver creduto in me ed avermi dato questa possibilità". 

E così, Pauz inizia il suo percorso proprio dentro l'istituto Villa Banfi, dove dapprima si è recato in classe per conoscere i bambini: "Lì ho raccontato la mia storia, trascorsa sia sui banchi che sui palchi, spiegando a loro cosa fosse la metrica nel rap e giocando con loro ci siamo messi a fare delle rime, cantando insieme - racconta -. All'inizio, li ho visti un po' timidi e spaesati, ma sapevo bene che da lì a breve avremmo fatto insieme qualcosa di stupendo. Così, rientrando a casa, con l'idea di non realizzare  la solita canzone contro il bullismo o su qualcosa che avevo già fatto in passato, ho scritto una canzone d'amore per questa città, con l'obiettivo che i bimbi potessero cantare la bellezza questo posto in cui hanno la fortuna di vivere, e lo valorizzassero ad ogni strofa. Dentro ci sono anche delle frasi più intime a cui impareranno a dare valore da grandi". 

Prima di iniziare a scrivere, Angelo si è documentato su internet cercando se qualche scuola elementare avesse mai scritto e pubblicato una canzone inedita su Genova: "Ad oggi, posso dirvi con certezza che  questi bambini hanno scritto una pagina importante nella storia, soprattutto di Pegli, e mentre lo dicevo a loro mi sono emozionato, perché ogni volta guardando loro, mi ricordo di me, su quei banchi". 

La vera soddisfazione, però, oltre alla canzone, sono state le reazioni dei bambini: "Ho visto negli occhi e nei sorrisi di ognuno di loro, lo stesso sorriso che si ha la mattina di Natale davanti ad un albero con i regali - afferma con emozione -. Tanti genitori mi hanno scritto in privato ringraziandomi, e mi hanno detto delle cose che custodirò nel cuore. Ma sono io che devo ringraziare loro, perché hanno dei bambini pieni di voglia di fare, e sono sicuro che in futuro, ognuno di loro avrà delle grandi soddisfazioni". 

Da rapper a insegnante, un passo non indifferente che affonda le radici nel lontano 2016: "Venni contattato a Maestra Laura, che insegnava in una Quarta Elementare di Porto Torres, dove qualche mese prima era mancato un bambino a causa di una brutta malattia - racconta Angelo -. Così, sono stato contattato per un progetto improntato sulla storia, ma io non riuscivo a scrivere qualcosa sulla storia vedendo ''quel banco vuoto', e quindi all’interno della canzone che ho scritto 'Consolazione Rap', ci sono vari riferimenti proprio a Luca, che sarà per sempre il bambino per cui ho iniziato tutto questo. Non ho mai scelto di essere un insegnante, ma i bambini mi chiamano Maestro Pauz, e come faccio a dirgli di non esserlo?".

Tra gli obiettivi, anche quello di lasciare "un bel ricordo della scuola" in ognuno di loro: "A parte lo studiare ed imparare un mestiere, bisogna ricordare che in ogni bambino e bambina, c'è una persona che sta affrontando una battaglia nella vita - chiarisce -. Basti pensare ai bimbi più timidi, quelli più fragili, o quelli che hanno dei problemi in famiglia: così la scuola può e deve diventare il loro 'posto sicuro'. Ho visitato decine di scuole, dalle elementari alle superiori, nelle quali ho raccontato la mia storia, senza mai narrare di quanto siano belli i soldi o i palchi, ma ho sempre spiegato ad ognuno di loro la storia di un bambino timido ed invisibile ai tanti, che insieme ad altri tre compagni aveva un sogno, che ha da sempre cercato di realizzare. Posso dire che, parlando con loro, ho imparato più io che loro, posso assicurarlo. Io ci tengo a far capire quanto sia importante, nella vita, soprattutto da piccoli, fare gruppo e quanto sia brutto sentirsi esclusi. E, nel mezzo, insegno a loro le basi dell'hip hop e del rap: così, ne vengono fuori dei progetti bellissimi proprio come questo". 

Il senso della canzone, è chiaro: l'amore per il posto in cui si vive. "Si tratta di un argomento così semplice, ma vedo e sento sempre troppe persone che invece di far qualcosa per migliorarlo, si lamentano e basta - afferma -. E così, l'obiettivo è farglielo imparare direttamente dai più piccoli". E, poi, la dedica, non solo alla delegazione, ma anche a tutte quelle persone che "rendono grande il posto in cui vivono, a tutti i bambini che ogni giorno si svegliano con un sogno che realizzeranno da grandi con tutte le loro forze", chiarisce. 

Federico Antonopulo

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