L'8 e il 9 giugno gli italiani saranno chiamati alle urne per decidere su cinque quesiti referendari che toccano temi cruciali: diritti del lavoro, sicurezza e cittadinanza. Per ciascun referendum dovrà essere raggiunto il quorum del 50% più uno degli aventi diritto. A Genova, il primo turno per le elezioni del sindaco è programmato per il 25 e 26 maggio. Se nessun candidato dovesse raggiungere la maggioranza assoluta, il ballottaggio si terrà l'8 e 9 giugno, contemporaneamente ai referendum. I cittadini genovesi potrebbero quindi dover votare sia per il secondo turno delle elezioni comunali che per i cinque quesiti referendari lo stesso giorno.
Per cosa si vota
La Corte Costituzionale ha dato il via libera a quattro referendum promossi dalla Cgil e a un quinto quesito lanciato da movimenti civici. Sono state raccolte oltre 4 milioni di firme per i temi del lavoro, 637mila per quello sulla cittadinanza.
Il primo quesito propone l’abrogazione del contratto a tutele crescenti introdotto con il Jobs Act nel 2015. La norma in vigore impedisce il reintegro nel posto di lavoro anche in caso di licenziamento illegittimo, sostituendolo con un semplice indennizzo. In gioco, il diritto a tornare al proprio posto per oltre 3 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori.
Il secondo quesito riguarda le piccole imprese. Oggi, chi viene licenziato senza giusta causa in aziende con meno di 16 dipendenti può ottenere al massimo sei mensilità di risarcimento. Il referendum chiede di cancellare questo tetto, lasciando al giudice il compito di decidere l'indennizzo adeguato caso per caso.
Il terzo quesito punta a ridurre la precarietà: si propone di eliminare la possibilità di stipulare contratti a termine fino a 12 mesi senza indicare una causale, un'anomalia che riguarda oggi circa 2,3 milioni di lavoratori.
Infine, il quarto quesito si concentra sulla sicurezza sul lavoro. L'obiettivo è estendere la responsabilità degli infortuni anche all’impresa appaltante, oggi esclusa in caso di danni legati ai "rischi specifici" dell’appaltatore.
Il quinto referendum propone una modifica alla legge sulla cittadinanza: ridurre da dieci a cinque anni il tempo minimo di residenza legale per poter presentare domanda di cittadinanza italiana. Gli altri requisiti – conoscenza della lingua, reddito adeguato, incensuratezza, regolarità fiscale – rimarrebbero invariati. Una riforma che interesserebbe circa 2 milioni e mezzo di persone, tra cui molti giovani che studiano, lavorano e vivono stabilmente in Italia, e che allineerebbe il nostro Paese agli standard degli altri principali Paesi europei.
Le modalità di voto
I seggi saranno aperti domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15. Gli italiani residenti all’estero riceveranno il plico per il voto per corrispondenza. Per la prima volta anche gli studenti fuori sede potranno votare nel Comune di domicilio temporaneo, come già sperimentato nelle europee del 2024. Questa possibilità è stata estesa anche a lavoratori e persone in cura fuori sede. La normativa prevede che gli elettori temporaneamente domiciliati in un comune di una provincia diversa da quella di residenza, per un periodo di almeno tre mesi comprendente la data del referendum, possano votare nel comune di domicilio temporaneo. La domanda deve essere presentata al comune di temporaneo domicilio entro il 5 maggio 2025 e può essere revocata entro il 15 maggio 2025 .