Prosegue questo mercoledì ‘I mestieri di una volta’, un ciclo di servizi de ‘La Voce di Genova’ dedicato a chi ancora svolge quei mestieri antichi, con il medesimo impegno e la medesima passione. Ogni settimana vi racconteremo storie di ingegno, di orgogliosa resistenza, di rinascita, di ritorni alla moda: storie fatte di mani sapienti, di teste pensanti, di tantissimo amore e attaccamento alle proprie radici. Buona lettura!
Il rumore degli attrezzi intervalla con costanza il silenzio che a tratti si crea in questo angolo di Genova. È il rumore antico e rassicurante del mestiere di fabbro, quello che Corrado Drago porta avanti da trentacinque anni, insieme al fratello Fabrizio, erede di un sapere tramandato dal padre.
“La ditta era di mio padre - racconta Corrado, circondato dai suoi utensili - Io e mio fratello siamo cresciuti qui dentro. Siamo artigiani prima ancora che imprenditori".
Una vita trascorsa in bottega, tra scintille e lo stridere del metallo, tratti distintivi di un mestiere che oggi sembra quasi scomparire e che, al contrario, resiste nei gesti precisi e nelle creazioni nate dalla manualità.
A proposito, è proprio Corrado il primo ad ammettere che “fare il fabbro oggi è una cosa inusuale”.
"È un mestiere faticoso, e non tutti sono disposti a farlo. Ma per noi è un mestiere importante, carico di storia e significato. Per fortuna abbiamo un amico, un po’ più giovane, che ha deciso di seguire le nostre orme. Ha aperto partita IVA e lavora con noi. Non è più un ragazzo, ma è più giovane di noi... e questo conta”.
Spesso sottovalutato o confuso, il mestiere del fabbro è in realtà estremamente versatile. Non è solo questione di cancelli o inferriate: “Facciamo di tutto: rinforzi per solai, putrelle, travi, ringhiere, portoni per palazzi, vetrine per negozi. E anche arredamento, sia battuto che moderno: tavolini, comodini, vetrinette. Il fabbro spazia in tantissimi campi. C’è molta creatività, non solo tecnica".
Un artigiano completo, capace di passare da un intervento strutturale a una creazione su misura per un cliente. Un lavoro che richiede forza, precisione, ma anche occhio estetico e inventiva.
Fabrizio, il fratello maggiore, è entrato in bottega appena finite le scuole medie: oltre cinquanta’anni di attività. Una dedizione che ha permesso alla bottega di diventare un punto di riferimento in tutta la città.
Per Corrado e per il fratello Fabrizio, la bottega non è solo il luogo di lavoro, è una seconda casa in cui si potrà avanti la memoria artigiana: “Siamo qui da sempre. È nato tutto qui, con nostro padre, e siamo rimasti qui. È il nostro posto. Qui abbiamo lo spazio giusto, possiamo ricevere il ferro, lavorarlo, muoverci. È raro trovare spazi così funzionali per un lavoro come il nostro”.
Nonostante i decenni trascorsi, Corrado non riesce a individuare un solo momento da ricordare più degli altri: “Non c’è un lavoro particolare che ricordo con più affetto. Ce ne sono tanti. Ognuno ha una sua storia. Ogni lavoro lascia qualcosa. È questo, forse, il bello di fare l’artigiano”.