È un attacco su più fronti quello sferrato dal centrodestra genovese, nel primo pomeriggio di oggi, sul ‘tema bandiera’ della sicurezza.
A guidare il coro di voci che puntano tutte contro il centrosinistra, partendo dall’ormai nota ricerca del Sole 24 Ore, c’è il candidato sindaco Pietro Piciocchi.
“Genova non è tra le dieci città meno sicure d’Italia - dice Piciocchi - e sapete qual è il dato più interessante? Ben sette delle città che compaiono nella classifica sono amministrate dal Partito Democratico. Non è un caso, è una tendenza”.
“Ecco l’elenco delle città dove il PD governa e la sicurezza sembra essere un lontano miraggio - aggiunge - Milano: prima in classifica, oltre 230.000 denunce. Il simbolo del “modello di sicurezza” della sinistra; Roma: seconda in classifica con oltre 256.000 denunce. La capitale delle promesse non mantenute; Firenze: terza con quasi 60.000 denunce, e un vero e proprio boom di rapine; Torino: quinta posizione, 125.000 denunce e cittadini sempre più preoccupati; Bologna: sesta, oltre 56.000 reati denunciati, ma tranquilli, dicono che “va tutto bene”; Prato: settima, con quasi 13.000 denunce, ma sembra che ci sia altro a cui pensare; Livorno: decima, con oltre 15.000 denunce, ma evidentemente ci sono altre priorità”.
“A leggere il quasi programma di Silvia Salis non sfugge il fatto che, quando si parla di sicurezza, a sinistra si sente sempre un forte imbarazzo. Sembra che questo tema non faccia parte dei loro valori - conclude il candidato sindaco - e, come per la Salis, la si prende molto alla larga, dedicando alla sicurezza poche e stentate righe. Si parte alla lontana con la Genova a 15 minuti e si continua con una serie di misure di grandissima genericità. Questo è il modo per ripiombare tra le città meno sicure. Genova merita invece di affrontare questo tema cercando di creare quartieri sicuri perché presidiati da forze dell’ordine e da cittadini sempre più consapevoli”.
Gli fa eco Sergio Gambino (FdI): “Nel confronto tra città medio-grandi, Genova si conferma tra le più sicure d’Italia. Con 46 denunce ogni 1.000 abitanti nel 2023, il dato è rimasto stabile e sensibilmente inferiore rispetto a quello delle principali città guidate dal centrosinistra. Un elemento che sottolinea una gestione più efficace e concreta della sicurezza sul territorio. Alla luce di questi numeri, chiediamo alla candidata sindaca cosa pensa della gestione della sicurezza nelle città governate dal suo stesso schieramento politico, che secondo lei dovrebbero essere un modello per Genova? Perché dai dati emerge tutt’altro: quel modello appare oggi inefficace e fallimentare”.
Non si sottrae Francesca Corso (Lega): “Con la candidata a sindaco buonista-radical chic e la sinistra pro migranti c’è il concreto rischio che Genova possa salire su quel podio. Con la Lega e il centrodestra, invece, continueremo a crescere mantenendo allo stesso tempo la sicurezza come una doverosa priorità per il nostro territorio. I genovesi sono avvisati”.
“A Genova noi abbiamo già previsto nuove assunzioni che andranno a potenziare la nostra Polizia Locale e abbiamo decuplicato il numero delle telecamere di videosorveglianza presenti in città (da 265 a 2.439) rispetto a quelle presenti con la giunta Doria - aggiunge - abbiamo messo in pratica diverse cose, tra le quali il vigile di quartiere presente in tutte le delegazioni, unità mobili nelle zone più sensibili, pattuglie presenti anche sui mezzi di Amt e più controlli per la sicurezza di tutti sulle strade territoriali. C’è stato pure un deciso incremento della collaborazione con Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, che con noi a Tursi si sentono finalmente più valorizzati e tutelati”.