Non aveva margine di errore la Sampdoria contro la Salernitana: davanti a una cornice di pubblico da record e in una bolgia infernale, la squadra di Evani riesce a restare aggrappata al treno salvezza, superando di misura i granata grazie al gol di Meulensteen pochi secondi prima dell'intervallo.
Tre punti meritati per quanto creato soprattutto nel primo tempo, con la traversa di Niang e la parata di Christensen su Altare a spaventare la formazione di Marino, praticamente mai pericolosa, se non con un disordinato forcing finale, dalle parti di Cragno.
“E' stata la serata di questi ragazzi – il primo pensiero di Evani al termine della gara – ma sono contento soprattutto per i tifosi che ci hanno sostenuto dal primo all'ultimo secondo: abbiamo giocato in un clima impressionante, con un pubblico non da Serie A, ma da Champions League. Sono concentrato su questa squadra, so cosa è successo qui ed è quello che conta. Lo avevo detto, era la partita della vita: sapevamo di avere davanti una porta da aprire a tutti i costi per vedere ancora la luce. Il primo tempo è stato buono, il secondo più sofferto ma concedendo comunque poco o nulla alla Salernitana”.
Cambi di formazione rispetto a Catanzaro? Si sono allenati tutti bene, chiunque avessi scelto avrebbe dato il massimo e così è stato. Meulensteen e Niang? Due giocatori dai quali mi aspetto tanto: Melle l'ho anche mandato in tribuna da quando sono qui, il giorno dopo è venuto lui a parlarmi e ha capito le motivazioni. Borini è da valutare, bisogna capire se si tratta di una botta o di una distorsione, fino al cambio ha dato comunque il suo contributo, è abituato a vivere questo tipo di tensioni”.
Impeccabile e finalmente senza sbavature la prova della linea difensiva: “Si è mossa bene, Ferrari al centro dà sicurezza all'intero reparto, ma tutti e tre hanno concesso poco. Come si gestisce la paura in questo momento? Deve esistere, l'importante è indirizzarla nel modo giusto: ci sono sensazioni che ti bloccano, altre invece che ti danno la forza di superare l'avversario. Ai ragazzi ho ribadito di non farsi trascinare dal nervosismo e di lasciare che fossi io a perdere la pazienza con l'arbitro, sono stati bravi a rimanere lucidi e tranquilli”.
Poco tempo per preparare la seconda partita della vita nel giro di quattro giorni, questa volta contro la Juve Stabia: “Ci sono da recuperare energie fisiche e mentali in primis, tanti ragazzi erano sfiniti, è bello però vedere questa generosità da parte loro, è solo così che si può sperare di raggiungere ancora l'obiettivo”.
La strada per raggiungerlo, a novanta minuti dalla fine del campionato, resta però ripida e tortuosa: la Samp è al momento in zona playout, ma con margine di errore praticamente pari a zero anche martedì a Castellammare. La vittoria in Campania garantirebbe lo spareggio, ma non la salvezza diretta, considerando che Brescia e Frosinone, a pari punti (40) con i blucerchiati ma in vantaggio negli scontri diretti, giocheranno contro Reggiana, matematicamente salva, e Sassuolo, già promosso in Serie A, mentre al Mantova, a quota 43, basterà non perdere in casa contro il Catanzaro per guadagnarsi la permanenza in B. Più delicato il discorso in caso di pareggio o addirittura sconfitta di Cragno e compagni contro la Juve Stabia, bisognosa di punti per difendere il quinto posto: a quel punto diventerebbe cruciale anche il risultato di Cittadella-Salernitana, appaiate a quota 39 punti al penultimo e terzultimo posto, per evitare la retrocessione diretta in Serie C.