Non solo una Tari tra le più care d’Italia, i genovesi fanno i conti tutti i giorni anche con l’inflazione più alta del Paese tra i capoluoghi di regione e i Comuni con più di 150mila abitanti.
Nell’ultimo report pubblicato da Istat, Genova risulta al top in Italia con il +2,6% di inflazione contro una media nazionale dell’1,9%. Al secondo posto c’è Padova con il +2,5%, poi Bolzano, Napoli e Rimini a +2,4%. La crescita più contenuta, invece, si registra a Firenze (+1,2%), Catanzaro (+1,1%) e Parma (+0,9%).
Ad aprile 2025 l’inflazione si mantiene allo stesso livello di marzo (+1,9%). La stabilità del ritmo di crescita dei prezzi al consumo sintetizza dinamiche settoriali opposte: da un lato, persistono tensioni sui prezzi degli alimentari (+3,0% da +2,4%), che ad aprile si estendono anche a quelli dei servizi relativi ai trasporti (+4,4% da +1,6%). Dall’altro, si osservano tendenze deflattive nel comparto energetico (-0,8%, da +2,6%), trainate dalla componente non regolamentata (-3,4% da +0,7%). Aumenta il ritmo di crescita dei prezzi del ‘carrello della spesa’ (+2,6% da +2,1%) e dell’inflazione di fondo, che si attesta a +2,1% (da +1,7% di marzo).
Nel report di Istat si legge anche che, su scala nazionale, risultano in rallentamento i prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +0,7% a -3,4%) e quelli dei tabacchi (da +4,6% a +3,4%). Accelerano i prezzi dei beni energetici regolamentati (da +27,2% a +31,7%), quelli dei beni alimentari, sia non lavorati (da +3,3% a +4,2%) sia lavorati (da+1,9% a +2,2%), e quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +1,6% a +4,4%).
Nel mese di aprile l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera (da +1,7% a +2,1%), come anche quella al netto dei soli beni energetici (da +1,8% a +2,2%).
La crescita tendenziale dei prezzi dei beni si attenua (da +1,5% a +1,0%), mentre quella dei servizi sale (da +2,5% a +3,0%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si amplia, portandosi a +2,0 punti percentuali (era +1,0 nel mese precedente).
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un’accelerazione del tasso tendenziale di variazione (da +2,1% a +2,6%), quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto un rallentamento (da +1,9% a +1,6%).
Il lieve aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+3,4%), ma anche a quella dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,8%), che risentono entrambi di fattori stagionali. Aumentano inoltre i prezzi degli alimentari non lavorati (+0,7%) e lavorati (+0,5%) e quelli dei servizi relativi all’abitazione (+0,3%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi degli energetici regolamentati (-6,9%) e non regolamentati (-5,8%) e di quelli dei beni durevoli (-0,3%).