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Attualità | 30 maggio 2025, 08:00

Alla scoperta dei Rolli - Dall’antica domus ai capolavori barocchi, palazzo Nicolò Spinola di Luccoli

Dall’inizio del XV° secolo a oggi, questa dimora ha attraversato i grandi cambiamenti della città portandone addosso preziose testimonianze. Dal Manierismo al Barocco, memoria e quotidianità si incontrano in una delle strade di maggior fascino

Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!

In quella via Luccoli che deve il suo nome all’antica presenza del bosco sacro, a pochi passi da piazza Fontane Marose e da via Garibaldi, si trova uno dei palazzi inseriti nel sistema dei Rolli certamente tra i meno noti ma non per questo di minore prestigio.

Si tratta di palazzo Nicolò Spinola di Luccoli, uno degli edifici che sintetizza con grande armonia epoche e stili testimoni della storia delle famiglie e della città.

Le origini del palazzo risalgono al 1414, quando l’edificio era una domus cum vacuo et vindario degli eredi di Angelo De Mari. Nel 1459 fu acquistato da Eliano Spinola, che inaugurò il legame della famiglia con il sito. La ricostruzione vera e propria, tuttavia, avvenne prima del 1560 per volontà di Nicolò Spinola, marchese di Vergagni (di cui oggi il palazzo porta il nome n.d.r.) mentre il figlio Daniele ne divenne proprietario nel 1576, anno in cui il palazzo fu inserito nella classe più rappresentativa del primo Rollo.

Il palazzo domina quella che anticamente veniva chiamata piazza dei De Mari, oggi piazza Luccoli e nel 1587 fu affiancato da una nuova piazza, ottenuta demolendo una casa di Giacomo Spinola. L’edificio si sviluppava lungo un asse centrale che dalla piazza conduceva al giardino, una soluzione oggi meno evidente a causa delle numerose tamponature successive.

Nel 1606 il palazzo fu acquistato da Tommaso Franzone, che ne promosse la sopraelevazione e la decorazione delle facciate a stucco. L’edificio è citato nell’edizione del 1622 dei Palazzi di Genova di Peter Paul Rubens come “Palazzo del sig. Daniel Spinola”.

La faccia del palazzo si distingue per eleganza e sobrietà. I timpani barocchi e i motivi di intreccio a stucco tra le finestre scandiscono i volumi mentre all’interno il carattere monumentale appare invariato grazie all’ampio atrio voltato, allo scalone che serve i primi tre piani e al grande vano caposcala loggiato sul cortile.

Le sale interne sono impreziosite da affreschi di Domenico Parodi, figlio di Filippo, realizzati attorno al 1710. Tra questi spiccano le Allegorie della poesia petrarchesca e Apollo e le Muse, considerati capolavori del barocco genovese. Le decorazioni interne, insieme alle sculture e alla quadreria che un tempo arricchivano il palazzo, lo rendevano celebre nelle guide storiche della città.

Nel corso dei secoli, il palazzo ha subito numerose trasformazioni: da residenza nobiliare a edificio frazionato in sedici appartamenti. Nonostante la suddivisione attuale, mantiene intatto il suo fascino monumentale, grazie anche al loggiato originale conservato al primo piano nobile.

Isabella Rizzitano

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