Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!
Nel cuore più antico del centro storico di Genova, a pochi passi da Santa Maria di Castello, c’è un palazzo che racchiude secoli di storia: è palazzo Giulio Sale, conosciuto anche come palazzo Brignole Sale.
Situato in piazza Embriaci, questa dimora venne inserita nel sistema dei Rolli e rappresenta un compendio di stratificazioni architettoniche che, come spesso accade, sono un riflesso delle trasformazioni che la città ha vissuto tra il Medioevo e l’età Moderna.
Le origini del palazzo risalgono alla “domus” medievale con torre della famiglia Embriaci, protagonisti delle Crociate e mitici conquistatori di Gerusalemme. La torre, oggi nota come Torre Embriaci, è ancora il segno più imponente dell’edificio: costruita nel XII secolo, alta e massiccia, è una delle poche superstiti delle grandi torri gentilizie genovesi, sopravvissuta a incendi, restauri e cambi di governo grazie anche al suo valore simbolico e politico.
Studi recenti, tuttavia, suggeriscono che la vera torre degli Embriaci fosse situata poco più a levante, nell’area oggi occupata da Casa Paganini, e che la torre di piazza Embriaci sia in realtà appartenuta alla famiglia De Castro. Nonostante ciò, la tradizione la lega ancora a Guglielmo Embriaco, detto Testa di Maglio, eroe della Prima Crociata, che secondo la leggenda portò a Genova il Sacro Catino.
Nel 1514, con il declino degli Embriaci, la proprietà passò ai Cattaneo e, nel 1583, fu acquistata dal marchese Giulio Sale, che due anni dopo avviò una ristrutturazione secondo i canoni tardo-rinascimentali. Nel 1606 fu aggiunta un’ala su via Mascherona, mentre nel 1616 si verificò il primo intervento di sopraelevazione. Dopo il 1607 il palazzo passò al genero di Giulio Sale, Giovanni Francesco Brignole Sale, doge della Repubblica di Genova dal 1635 al 1637, che ne completò la trasformazione barocca.
Dell’impianto originario restano ancora oggi visibili l’atrio d’ingresso con volta a padiglione lunettato e lo scalone voltato a crociera che conduce al piano nobile. Sulle pareti del piano nobile sono conservati, seppur in parte, affreschi attribuiti a Giovanni Andrea Ansaldo, con temi biblici come “Sansone e Dalila”, “Sansone abbatte il Tempio” ed “Ester dinnanzi ad Assuero”. La facciata mostra ancora tracce di quadrature pittoriche e decorazioni seicentesche, mentre il portale in pietra, attribuito a Giovan Battista Orsolino, è un raffinato esempio di arte genovese del XVI secolo.
Dalla fine del Seicento, con il trasferimento dei Brignole Sale a Palazzo Rosso, l’edificio iniziò un lento declino: affittato, sopraelevato e infine, nel 1869, passato per eredità ai Melzi d’Eril. Oggi il palazzo è suddiviso in diverse unità abitative, ma conserva ancora l’imponenza della torre e alcuni ambienti voltati medievali al piano terreno.
Palazzo Giulio Sale è una delle testimonianze più affascinanti della Genova nascosta: fuori dai percorsi ben più noti, questo edificio racconta le vicende delle grandi famiglie, intrecciandole alla storia urbana, tra fasti nobiliari, arte e memoria.















