/ Attualità

Attualità | 10 luglio 2025, 08:00

C'era una volta... la cartoleria - Bini, una storia lunga oltre cinquant’anni in Piazza Manzoni: “È il fascino della varietà e della bellezza di ciascun prodotto”

Fondata nel 1967 da Virginia Leveratto e oggi portata avanti dalle figlie Cristina e Raffaella, la storica attività conserva l’insegna originale e l’anima di un tempo. E se il commercio è cambiato, la Bini resta un punto fermo per chi cerca il particolare tra libri scolastici, narrativa per ragazzi e un consiglio dato di persona: “L’occhio si perde nella bellezza delle piccole cose”

‘C’era una volta… la cartoleria’ è il nuovo servizio seriale de La voce di Genova dedicato a questi negozi che sembrano essere sospesi nel tempo. Rifugio di studenti, impiegati e sognatori, la cartoleria è sempre stata più di un negozio, ma un luogo dove perdersi, tra il profumo della carta nuova e i colori di pennarelli, pastelli e tempere. Oggi queste botteghe sono sempre più rare, ma con questi racconti vogliamo riscoprire il loro fascino, raccontando le storie di chi le tiene ancora in vita con passione.

Da oltre cinquant’anni, in Piazza Manzoni, la Cartolibreria Bini è ben oltre il 'semplice' negozio di articoli scolastici, d'ufficio e molto altro: è un luogo di quartiere, di memoria e di carta, dove 'risuonano' ricordi e storie di una Genova 'di una volta', in un'atmosfera viva e calda di un’attività che ha attraversato generazioni. Fondata nel 1967 da Virginia Leveratto, è oggi gestita con passione dalle figlie Raffaella e Cristina Bini.

La cartoleria l’ha aperta nostra madre, Virginia Leveratto, nel 1967 - raccontano -. Prima si trovava dove oggi c’è la sarta qui accanto. Poi, dopo un’alluvione che distrusse tutto, si è trasferita nel locale attuale, che prima ospitava un negozio di biciclette. Diceva sempre che era troppo grande e non sapeva come riempirlo", ricordano affettuosamente. 

La madre, prima di mettersi in proprio, aveva lavorato fin da giovanissima da Sanguineti, in via Venti: “La chiamavano Bruna, che è il suo secondo nome. Ancora oggi, quando può, viene in negozio. Un tempo faceva tutto da sola". 

Cristina, una delle due figlie, ha iniziato a lavorare in cartoleria giovanissima: “Avevo tredici anni, andavo a scuola e poi venivo ad aiutare a fasciare i protocolli. Poi ho aperto un negozio di frutta e verdura, ma alla fine sono tornata qua. E tuttora lavoro anche dalle suore, sempre nel mondo dei libri". 

Dal 1967, la cartoleria è rimasta un punto fermo di Piazza Manzoni: “Diciamo che dal 1970 sono stati fatti i lavori e oggi è rimasto tutto originale, anche il mobilio. Abbiamo ancora l’insegna di una volta, quella vera, storica"

Il passaggio di testimone è stato naturale: “Come ragione sociale siamo subentrate nel 2020,” spiega Raffaella, “ma io ci sono sempre stata fin da piccola, aiutavo nostra madre. Lei, Cristina, aveva un altro lavoro come ha detto. Siamo fisse tutte e due da circa quattordici anni". 

Ma cosa tiene viva una cartoleria oggi, in un mondo sempre più digitale? Per Cristina, il perché è chiaro: “Noi ci siamo trovate qua dentro, ci siamo nate e cresciute. A me piace la vastità degli articoli, la bellezza anche delle piccole cose… È il fascino dell’ambiente che si crea, della varietà e della bellezza di ciascun prodotto. L’occhio ci si perde, è bello". 

Il periodo scolastico resta il momento cruciale: “È molto impegnativo da gestire. La mole di lavoro si concentra tutta in poche settimane, mentre negli altri periodi cala molto. Anni fa, oggettivamente, si lavorava meglio. Oggi si fanno tantissime fotocopie, anche quello è un cambiamento". 

Il commercio locale ha dovuto fare i conti con grandi trasformazioni: "È cambiato tanto. Con Amazon abbiamo sentito il colpo, soprattutto durante la pandemia, quando la gente ha cominciato a comprare sempre più online. Però abbiamo i nostri clienti che vengono ancora in negozio, perché gli piace vedersi la roba e avere un rapporto umano. E poi, a volte, quello che vedi su Amazon costa anche di più. Il problema è la comodità, che vince". 

Anche i supermercati sono entrati nel mercato dei libri scolastici, e non solo: “Si occupano di libri, ma spesso emergono criticità. Si parla di offerte, ma poi quando vai lì non c’è quello che cerchi. A ottobre, se il libro non è arrivato, sono problemi tuoi. Noi invece ci arriviamo ben oltre e restiamo sempre disponibili". 

La clientela oggi è diversa rispetto al passato: “Pretende molto, assolutamente. Però c’è meno accondiscendenza. Il bello di una volta era che i libri erano uguali per tutti e ne avevi meno. Ora ci sono dieci sezioni, e la maggior parte dei libri sono diversi l’uno dall’altro. È molto più complicato". 

Anche la Bini guarda al futuro e pensa all’online, ma sempre ovviamente mantenendo l'attività, che è il cuore pulsante, ragionando così come 'rampa' per ampliare la propria platea: “Ci stiamo pensando, lo stiamo valutando onestamente. Vedremo come fare. Intanto mia figlia Asia ci aiuta con i social: ieri è arrivata tanta merce, ha fatto le foto e le ha messe su Instagram". 

E il domani? Raffaella risponde con sincerità: “Io personalmente vorrei arrivare alla pensione. È un po’ incerto comunque. Spero che il lavoro cambi, perché oggi si concentra troppo in pochi periodi dell’anno. Mia figlia ci sta aiutando, le piace… ma forse per lei preferirei un’altra strada. Anche se non è detto: magari qualcosa a livello commerciale cambierà. Come dice nostra madre: la pentola al fuoco, ce la metti". 

Federico Antonopulo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium