Ogni domenica 'La Voce di Genova', grazie alla rubrica ‘Gen Z - Il mondo dei giovani’, offre uno sguardo sul mondo dei ragazzi e delle ragazze di oggi. L'autrice è Martina Colladon, laureata in Scienze della Comunicazione, che cercherà, settimana dopo settimana, di raccontare le mode, le difficoltà, le speranze e i progetti di chi è nato a cavallo del nuovo millennio.
Tra le tante possibilità per partire d’estate, il treno si ritaglia ancora un posto di tutto rispetto. Non sempre è l’opzione più economica, ma per molti ragazzi della Generazione Z rappresenta una delle scelte più comode: niente check-in, niente limiti di bagagli, niente stress da aeroporto. Solo un binario, un sedile vicino al finestrino e la voglia di partire.
Mentre i voli low cost diventano sempre più complicati – tra supplementi nascosti, valigie ridotte all’essenziale e orari improbabili – il treno continua a offrire una libertà silenziosa ma preziosa. Puoi portarti dietro quello che vuoi, scegliere se leggere o dormire, alzarti a camminare o osservare i paesaggi che scorrono lenti. È un viaggio che lascia spazio ai pensieri, che non ti obbliga a correre, ma ti accompagna. Un lusso, oggi, in cui tutto sembra spingerci alla velocità. Sempre più ragazzi scelgono l’Interrail per le vacanze estive: un pass che permette di attraversare l’Europa su rotaie, cambiando meta all’ultimo minuto, decidendo strada facendo. Una forma di viaggio flessibile, personale, spesso più significativa delle destinazioni stesse. Per qualcuno è un modo per scoprire nuove città, per altri è un’esperienza da vivere in solitaria. In tutti i casi, il treno diventa molto più di un mezzo di trasporto: è il viaggio, non solo lo strumento per arrivare.
Anche chi resta in Italia sceglie spesso tratte ferroviarie per girare tra città d’arte, mare e borghi. Con la possibilità di prenotare all’ultimo, portarsi dietro una borsa da weekend e passare da Milano a Lecce in una manciata d’ore, il treno diventa perfetto per quelle fughe estive all’improvviso, quelle che si organizzano su WhatsApp e si vivono senza troppi piani.
E poi c’è un altro dettaglio da non sottovalutare: nessun limite ai bagagli. In un’epoca in cui ogni chilo in più costa caro, poter portare con sé una chitarra, un paio di scarpe in più o anche solo tutti i libri che si vogliono leggere, fa la differenza. Si parte più leggeri mentalmente, ma con lo zaino pieno. E non bisogna preoccuparsi delle dimensioni del beauty o del millilitro in più nella crema solare.
Il treno ha anche qualcosa di profondamente umano. Si condivide lo spazio, si incrociano sguardi, si ascoltano storie per caso. Non ci si isola dietro le cuffie, o almeno non del tutto. Capita di sedersi vicino a sconosciuti con cui si finisce per chiacchierare di tutto, anche solo per un’ora. È un viaggio più aperto, dove non si è chiusi dentro una cabina pressurizzata, ma in movimento con il mondo fuori. E in questo tempo sospeso tra una stazione e l’altra, la Gen Z riscopre il valore della lentezza, del cambiare idea lungo la strada, dell’andare piano per capire megliodove si vuole davvero arrivare. Scegliere il treno non è solo una questione logistica, è una dichiarazione di stile, una piccola rivoluzione nella frenesia del “subito”.
Certo, non mancano i piccoli disagi – ritardi, coincidenze perse, aria condizionata capricciosa – ma forse è anche questo a rendere il tutto più reale. Viaggiare in treno, oggi, non è una moda né un ritorno al passato: è una scelta consapevole. Un modo per restare presenti, per lasciarsi stupire, per vivere il viaggio tanto quanto la destinazione.














