Un mese dopo il delicato intervento che ha permesso la separazione delle gemelle siamesi originarie del Burkina Faso, le bambine respirano autonomamente e il percorso di ricostruzione addominale è stato completato. È il nuovo capitolo di una storia che unisce scienza, solidarietà e speranza, scritta all’Istituto Gaslini di Genova da un’équipe multidisciplinare composta da oltre cinquanta professionisti.
L’operazione, avvenuta lo scorso 6 giugno, ha rappresentato una sfida chirurgica e organizzativa eccezionale: le gemelle, nate a dicembre 2024 e congiunte nella regione toracica e addominale, condividevano il fegato e parte del pericardio. Dopo il trasferimento in Terapia Intensiva, sono state sedate, stabilizzate e sottoposte a supporto respiratorio. Ora entrambe sono state estubate e presentano una respirazione autonoma stabile, con buoni parametri vitali e controllo del dolore.

"L’intervento è stato il frutto di un lavoro quotidiano meticoloso – ha spiegato il direttore generale del Gaslini, Renato Botti – ma anche di una grande umanità. È nel lavoro di squadra, nella gestione condivisa del percorso clinico, che si esprime il valore più profondo del nostro Istituto: la centralità della salute e del futuro dei bambini".
Una riconoscenza profonda arriva dalla madre delle bambine, Ouedraogo Gueiminatou, che ha dichiarato : "Ringrazio con tutto il cuore il Gaslini, i medici, gli infermieri e tutte le persone che hanno aiutato le mie bambine. Mai avrei immaginato che così tanti potessero voler bene a due piccole vite venute da lontano. Ci avete donato speranza e fiducia".
Fondamentale per l’arrivo in Italia delle gemelle è stato l’impegno di due realtà impegnate nella solidarietà sanitaria internazionale: l’associazione Una Voce per Padre Pio e i Patrons of the World’s Children Hospital. "Il loro supporto ha permesso l’accoglienza delle bambine al Gaslini – ha spiegato Giuseppe Spiga, direttore del Governo Clinico – dove sono state seguite fin dal primo momento con massima attenzione".
A sottolineare il valore complessivo dell’intervento anche l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Nicolò: "Questa storia dimostra come la sanità ligure sappia coniugare competenza, umanità e capacità di fare rete. Un ringraziamento a tutti i professionisti coinvolti e alle associazioni che hanno reso possibile questo straordinario viaggio di cura".
Il decorso postoperatorio ha incluso medicazioni regolari, l’impianto di matrici biologiche per la ricostruzione della parete addominale e toracica, e un attento monitoraggio multidisciplinare. "In casi così complessi – ha concluso il direttore sanitario Raffaele Spiazzi – è proprio la forza delle reti di collaborazione, unite all’eccellenza dei nostri specialisti, a fare la differenza. È questo lo spirito del Gaslini: un ospedale pensato per i bambini, dove ogni giorno si lavora per dare loro un futuro".
E’ stata importante la collaborazione interdisciplinare e interaziendale tra il personale del Gaslini, e i professionisti esterni che hanno contribuito al buon esito dell’intervento:Enzo Andorno, direttore Chirurgia dei trapianti di fegato dell’Ospedale San Martino e Daniele Alberti direttore di Dipartimento e UOC Chirurgia pediatrica degli ASST Spedali Civili di Brescia hanno collaborato nella separazione del fegato e Giuseppe Perniciaro, direttore UO Chirurgia Plastica e Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale Villa Scassi della ASL3 Genovese, nella ricostruzione della parete addominale e toracica. Il successo di questo intervento sanitario è anche frutto di un modello virtuoso di cooperazione internazionale: il Centro Ospedaliero Universitario Tengandogo di Ouagadougou ha inviato tre professionisti in osservazione dell’intervento, rafforzando il dialogo medico tra Italia e Burkina Faso. Il supporto delle associazioni ha permesso di trasformare una speranza in realtà, offrendo cure avanzate e accoglienza alla giovane mamma, oggi ospitata dallaBand degli Orsi, associazione da sempre vicina al Gaslini.














