'La musica che ci gira intorno’ è il format de ‘La Voce di Genova’ dedicato alla scoperta e alla valorizzazione della scena musicale ligure, con un focus su artisti locali, eventi, nuovi talenti e le tradizioni sonore della nostra regione. Ogni settimana la musica sarà protagonista, in ogni sua forma e da ogni punto di vista. Qui troverai interviste agli artisti, le nuove uscite discografiche, gli appuntamenti per vedere concerti ed esibizioni live e spazio a chi, con la musica, ci lavora: dai produttori ai fonici, dai musicisti ai gestori di locali, teatri e spazi dove è possibile far sentire la propria voce.
Un nuovo progetto che mescola radici, futuro e sperimentazione: si chiama VAMdj, nasce dall’estro di Valentina Amandolese, architetta, musicista, organizzatrice di eventi e, ora, anche dj. "Questo progetto in realtà è una costola, possiamo così chiamarla, del mio nuovo progetto di studio che mette insieme sia la parte di architettura che quella musicale", racconta. "Finalmente, invece che avere dei compartimenti stagni, come è sempre stata la mia vita, ho potuto unire questi due elementi”.
È proprio questa unione che anima VAMdj, dove le sonorità elettroniche si intrecciano con un forte gusto pop, muovendosi tra le suggestioni di una pista da ballo e la ricerca musicale: “L’idea alla base del DJ set nasce dalla mia passione: andare a scovare brani, mixarli e accostare anche mondi musicali molto diversi tra loro - spiega -. Quello che mi interessava era anche un po’ sfatare il mito secondo cui le serate sono spesso divise per genere musicale... Magari mettere insieme un pezzo alternativo e subito dopo un pezzo pop, mainstream, anche di quelli proprio ‘ruspanti’ e poi stare a vedere cosa succede”. Un esperimento che, dai primi risultati, sembra divertire e coinvolgere il pubblico e che le ha dato energia per continuare a sperimentare, come accaduto ieri, venerdì 1 agosto, sul palco del Lilith Festival a Villa Bombrini.

Il percorso musicale di Valentina ha toccato molte tappe, tra dischi autoprodotti, collaborazioni con musicisti, serate live e persino l’organizzazione dello stesso Lilith Festival, di cui è stata una delle fondatrici e anima operativa. In questi anni, il percorso dell’artista genovese non è mai stato lineare e le sue strade artistiche hanno spesso proceduto in parallelo: “Tenere tutti i progetti insieme è impegnativo, ma la passione per la scrittura di canzoni non è stata abbandonata, anche se, in questo momento, la parte più tradizionale, la scrittura di canzoni, è un po’ in stand-by. Però non è né finita né archiviata”.
Il nuovo orizzonte è più introspettivo e collegato anche al mondo del teatro: “Sto componendo le musiche e firmando anche la scenografia di uno spettacolo teatrale che debutterà nella stagione 2025-26, e questo mi riempie di gioia”. Ed è proprio in questo ambito che applica il suo talento sia compositivo che visivo, con la scenografia, creando un’esperienza artistica completa e integrata.

Non mancano le riflessioni sul cambiamento del panorama musicale, soprattutto negli ultimi vent’anni: “Nonostante il mondo social abbia ampliato la visibilità per tanti artisti, oggi è più difficile emergere. Là dove un tempo si sceglievano dischi con cura e passione, oggi tutto sembra più a portata di click e questo rischia di svilire la sostanza”. Eppure crede fermamente nel valore dell’esperienza live, dove la musica resta un momento autentico di incontro analogico tra artista e pubblico.
Negli ultimi due anni è significativa l’esperienza con Marco Ammar, Giovanna Soracco e Simona Vaccari: “Insieme abbiamo creato NURbeat, un progetto che ha rivisitato brani miei e di Marco in chiave acustica in una formazione inconsueta per me: chitarra, basso, sax e flauto traverso. Un’esperienza bellissima anche dal punto di vista umano, che alla fine la musica fa sempre incontrare anime affini”.
Tra i ricordi più cari nella sua carriera affiorano la registrazione del disco ufficiale nel 2011 al The Cave di Catania, lo stesso luogo in cui gli Afterhours avevano inciso il loro ‘Ballate per piccole iene’, la collaborazione, umana e artistica, con Cristina Nico e Sabrina Napoleone, e quell’emozione iniziale di esibirsi al festival francese ‘Le Printemps des Bourges’ a diciassette anni, quando ancora muoveva i primi passi: "Lì ero veramente un pulcino appena uscito dall’uovo, però me lo ricordo come un momento particolare: avevo portato le mie canzoni su un palco francese ed era stata sicuramente una grande emozione".
Questi momenti, uniti a una solida esperienza ventennale, le hanno permesso di forgiare un’identità artistica capace di mettersi continuamente in gioco, di cercare nuove forme di espressione e di reinventarsi.















