“È difficile trovare le parole, probabilmente non ce ne sono di adeguate, non ce ne sono di non banali. Quello che dobbiamo fare è impegnarci a mantenere viva la memoria”.
Silvia Salis interviene al memoriale del Ponte Morandi nel settimo anno della tragedia e lo fa per la prima volta da sindaca di Genova.
Salis, aprendo il suo intervento con i ringraziamenti a chi quel giorno, e nelle drammatiche ore successive, ha lavorato a servizio della città e delle persone coinvolte, ha poi rivolto un pensiero al presidente Bucci, allora sindaco, ringraziandolo “per quello che ha fatto quando è crollato il ponte e in tutta la fase successiva”.
Un discorso segnato dall’emozione e dal richiamo alla memoria come impegno civico: "Come ha ricordato il nostro Presidente della Repubblica Mattarella, questa è una ferita che non si rimarginerà mai”.
Rievocando quel giorno, Salis ha condiviso un ricordo personale: “Una serie di telefonate e, nell’attesa, pesavo l’amore che avevo per le persone che stavo chiamando e la paura di non sentir rispondere. È impossibile immaginare il dolore di non avere risposta a quella telefonata”.
La sindaca ha ribadito la volontà di dare al Memoriale un ruolo attivo, “riempiendolo di vita e di contenuti” e trasformandolo in “una tappa fissa del percorso educativo” per le scuole, affrontando temi di sicurezza, prevenzione e memoria con linguaggi adeguati alle diverse età.
Salis ha poi citato i momenti di riflessione culturale organizzati per l’anniversario, come lo spettacolo di Pietro Giannini a Palazzo Tursi, e ha raccolto le parole dell’arcivescovo Tasca durante la messa: “Davanti a noi ci sono donne e uomini pieni di domande e dolore. Come istituzione vi chiedo scusa per il tempo che state aspettando per avere risposte e perché questo tempo sta acuendo il vostro dolore”.
Infine, un invito diretto ai cittadini: “Non perdete mai l’allenamento a farvi delle domande e a pretendere risposte e cura dalle istituzioni. La memoria non è un peso che dovete portare da soli, ma una responsabilità collettiva. È dovere delle istituzioni portarla avanti affinché produca un effetto positivo: il ragionamento, il dubbio, la volontà di porci delle domande. Perché ricordare significa continuare a costruire. Insieme.”














