Ogni spiaggia del Levante genovese ha una storia.
C'è il litorale che da anni lotta con le mareggiate, c’è quello che resiste a fatica, c’è quello, invece, che prova in tutti i modi a rinascere.
A tracciare un bilancio dell’andamento della costa a est del centro città è il presidente del Municipio IX, Federico Bogliolo. Tra criticità strutturali, sfide ambientali e progetti di rigenerazione condivisa, Bogliolo fa il punto passata la prima metà dell’estate.
“A Genova abbiamo un litorale esposto a sud per centottanta gradi – spiega – e questo rende le nostre spiagge fragilissime: ogni inverno il mare cancella ciò che si è fatto d’estate. È un lavoro continuo, un cane che si morde la coda”.
Il Comune, ogni anno, attiva un accordo quadro per finanziare opere marittime, dai ripascimenti veri e propri con sabbia portata dalle cave, alla riprofilatura delle spiagge esistenti. Ma le risorse non bastano per tutto. “Si danno priorità: prima le spiagge inclusive. A Levante abbiamo quelle di Sturla e via del Tritone, strutture eccellenti, a misura di disabili, con passerelle, bagnini dedicati, carrozzine per l’ingresso in mare”.
“Capolungo ha avuto la riprofilatura, ma le criticità restano – racconta Bogliolo – Bagnara è nella stessa situazione. Sturla l’abbiamo sistemata, ma è talmente esposta che basta una mareggiata estiva, come quelle che abbiamo avuto quest’anno, per vanificare tutto. I veri ripascimenti, invece, sono pochissimi: quest’anno due in tutta la città, a Voltri e Caprafico a Nervi”.
Accanto agli interventi del Comune, il Municipio interviene con fondi propri per ripristinare l’accessibilità: “Se il mare distrugge gli scalini della passeggiata o della scogliera, come a Nervi, arriviamo noi a sistemarli, anche con risorse correnti, che quest’anno però sono state usate anche per i seggi elettorali”.
Un capitolo a parte è la manutenzione durante la stagione balneare. “Il contratto con AMIU non copre la pulizia delle spiagge, quindi c’è una cooperativa in appalto – spiega – che da giugno svuota i bidoncini e raccoglie i rifiuti. Ma ci sono spiagge dove non ha senso mettere cestini, come Vernazzola: la sera si riempiono di cartoni della pizza, la mattina è uno scempio”.
E proprio Vernazzola diventa, nel racconto del presidente, il simbolo del cambiamento possibile. “Cinque anni fa, quando presentammo un progetto di rigenerazione urbana, ci presero a pesciate – ricorda – ci dissero che Vernazzola è loro, che dovevamo lasciarla in pace”.
Ma qualcosa cambiò. “Abbiamo aperto un confronto reale: i progettisti si sono seduti ogni settimana con i residenti, hanno progettato insieme a loro. Così, alla fine, non poteva più dire nulla nessuno. Ora i lavori sono in corso, e si sta costruendo esattamente quello che la gente voleva”.
Il progetto, costato quasi tre milioni di euro, include arredo urbano, decoro, ma anche viabilità. “Abbiamo creato zone a sosta limitata in via Orlando, Chighizola, Argonauti. Abbiamo tolto parcheggi, ma restituito ordine e posti ai residenti, persino prima delle elezioni. C’era chi mi diceva ‘sei matto’, ma se è giusto, si fa”.
La trasformazione ha fatto scuola: “Ora ci chiedono ZSL anche in via Castagnola e via Sclopis. E ci stiamo lavorando. In questo mandato, assieme a San Desiderio e Priaruggia, Vernazzola è la zona dove più siamo riusciti a costruire un rapporto solido con i residenti”.














