Mohammad Mahmoud Ahmad Hannoun, 63 anni, architetto palestinese trapiantato a Genova e presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia (Api), è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta sui finanziamenti ad Hamas. Considerato il volto più noto tra i nove finiti in carcere, Hannoun è formalmente indicato dagli inquirenti come “il vertice della cellula italiana” del movimento palestinese.
Secondo l’accusa, il 63enne avrebbe destinato il 71% dei fondi raccolti a favore dei palestinesi e della popolazione di Gaza tramite varie associazioni. Oltre a guidare l’Api, Hannoun era al centro di una rete internazionale di sostegno a Hamas con contatti in Olanda, Austria, Francia e Inghilterra. Tra le sue cariche figurano anche quella di membro del board della Conferenza dell’Unione delle Comunità e Istituzioni Palestinesi in Europa e di presidente dell’Associazione degli Europei per Al-Quds, network composto da decine di associazioni.
In Italia Hannoun guidava anche l’Associazione Benefica di solidarietà con il popolo palestinese (Odv), con sedi a Genova, Milano e Roma, una onlus già finita all’attenzione della magistratura per l’invio di fondi a soggetti non censiti in Palestina o inseriti nelle black list europee. Tra le altre associazioni da lui promosse ci sono La Cupola d’Oro e La Palma.
Hannoun era già stato sanzionato due volte dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti per il suo ruolo nel finanziamento di Hamas in Europa e nel 2024 aveva ricevuto un foglio di via da Milano per accuse di istigazione all’odio. In passato ha avuto anche legami con esponenti politici italiani, tra cui il M5S: Alessandro Di Battista era stato testimonial della sua associazione, mentre il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano lo aveva ricevuto.
Secondo le inchieste giornalistiche, Hannoun è stato un punto di riferimento per le Flotille anti-israeliane fin dal 2010, con contatti internazionali importanti, tra cui l’attivista Zaher Birawi, l’avvocato Suleiman Hijazi e la relatrice speciale Onu Francesca Albanese. Recentemente, in una manifestazione a Milano, Hannoun aveva giustificato l’uccisione di centinaia di palestinesi da parte di Hamas sostenendo che “tutte le rivoluzioni del mondo hanno le loro leggi” e che “i collaborazionisti vanno uccisi”.














