Ogni domenica 'La Voce di Genova', grazie alla rubrica ‘Gen Z - Il mondo dei giovani’, offre uno sguardo sul mondo dei ragazzi e delle ragazze di oggi. L'autrice è Martina Colladon, laureata in Scienze della Comunicazione, che cercherà, settimana dopo settimana, di raccontare le mode, le difficoltà, le speranze e i progetti di chi è nato a cavallo del nuovo millennio.
Il Natale è appena concluso, e neanche il tempo di digerire i pasti in famiglia che è già Capodanno. Le feste sembrano scorrere sempre più veloci e, con loro, anche il modo di viverle cambia. Negli ultimi anni, sempre più persone scelgono di passare l’ultima notte dell’anno in casa, in modo intimo, circondati da pochi amici stretti o semplicemente nel proprio spazio. Non c’è più, o almeno non per tutti, quella voglia irrinunciabile di andare a ballare fino all’alba o di organizzare la classica macchinata verso la montagna, tra traffico, freddo e aspettative spesso più alte della realtà.
Questo non significa che il Capodanno “fuori” sia scomparso. C’è chi si organizza con mesi di anticipo per partire, chi torna ogni anno nello stesso posto perché è diventato una tradizione personale, chi aspetta il concerto in piazza come un rituale collettivo e chi non rinuncia alla folla per il conto alla rovescia. Le possibilità restano tante e continuano a convivere, ma accanto a queste cresce una scelta più silenziosa, meno appariscente, che non sente il bisogno di essere raccontata o giustificata.
Per molti il Capodanno è diventato un momento da vivere con semplicità. Una cena tranquilla, una tisana o un tè caldo, una cioccolata fumante accompagnata dagli ultimi pezzi di panettone o pandoro rimasti dalle feste. C’è chi dopo mezzanotte spegne tutto e va a dormire, senza sensi di colpa, con la sensazione di aver fatto esattamente ciò di cui aveva bisogno. In un contesto in cui sembra sempre necessario “fare qualcosa”, anche scegliere di non fare diventa una decisione consapevole.
Il cambio dell’anno porta con sé anche un altro rito: quello dei buoni propositi. C’è chi approfitta di questi giorni per fermarsi, fare bilanci, pianificare obiettivi, iscrizioni in palestra, nuovi inizi, promesse a se stessi. E poi c’è chi rifugge completamente questa idea, chi non vuole sentir parlare di liste, traguardi o pressioni autoimposte. Per alcuni l’anno nuovo non è un foglio da riempire, ma qualcosa da attraversare giorno per giorno, lasciando che le cose accadano senza troppe aspettative.
Forse questo cambiamento racconta qualcosa di più profondo. Dopo anni frenetici, di impegni continui e aspettative sociali, in molti sentono ilbisogno di rallentare, di ridimensionare, di iniziare l’anno nuovo senza eccessi. Il Capodanno perde così la sua dimensione di evento obbligatorio e diventa un momento personale, adattato al proprio stato d’animo e al proprio bisogno di quiete, di condivisione o semplicemente di libertà.
Che si scelga un viaggio programmato da tempo, una piazza affollata, una festa improvvisata o il divano di casa, il significato resta lo stesso: chiudere un capitolo e aprirne un altro. E forse iniziare l’anno nuovo in modo autentico, senza forzature e senza dover dimostrare nulla a nessuno, è già di per sé una piccola celebrazione.














