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Politica | 18 giugno 2020, 13:40

La Liguria è di fatto un’isola: pessime condizioni di autostrade, ferrovie, porto e aeroporto

Attanasio: "E siccome dobbiamo subire le stesse penalizzazioni delle imprese e dei cittadini che vivono nelle isole vogliamo accedere ai contributi previsti"

La Liguria è di fatto un’isola: pessime condizioni di autostrade, ferrovie, porto e aeroporto

Le pessime condizioni della rete autostradale, la lentezza di quella ferroviaria, le difficoltà di crescita del porto e il sottodimensionamento dell’aeroporto fanno della Liguria, di fatto, un’isola: le condizioni d’isolamento della regione, aggravate dai crolli degli ultimi due anni, dall’emergenza sanitaria e dai disagi causati dall’alta concentrazione di cantieri degli ultimi giorni generano una situazione simile a quella delle regioni insulari: tempi lunghi per spostarsi da una località a un’altra, alti costi del trasporto merci e passeggeri, mancanza di servizi di alto livello, scarsa attrattività per le imprese.

“E siccome dobbiamo subire le stesse penalizzazioni delle imprese e dei cittadini che vivono nelle isole - annuncia il presidente della Camera di commercio di Genova Luigi Attanasio - abbiamo deciso, d'accordo con tutte le associazioni di categoria rappresentate in Camera di commercio, di chiedere di accedere ai contributi e alle misure previste per le regioni periferiche e disagiate, senza che questi vengano considerati come aiuti di Stato”.

Per sostenere questa richiesta Uniontrasporti, la società del sistema camerale che studia i trasporti e le infrastrutture, ha preparato su incarico della Camera di commercio un nutrito dossier; in teoria la Liguria potrebbe contare su una buona rete di strade e di ferrovie: la dotazione media d’infrastrutture stradali e ferroviarie della regione, rispetto alla superficie e agli abitanti, è infatti superiore alla media del nord-ovest. Ma le buone notizie finiscono qui: se si guarda alla loro qualità ed efficienza gli indicatori sono tutti negativi ed evidenziano la fragilità di una rete che negli ultimi trent’anni non è stata manutenuta né ammodernata. Per cominciare le autostrade liguri figurano tutte nella top ten delle dieci autostrade più pericolose d’Italia per incidenti, con i tre rami che partono da Genova (A10, A12 e A7) saldamente nella parte alta della classifica.

Quanto alle ferrovie la Liguria è l’unica regione del nord-ovest a non avere un collegamento ad alta velocità con Torino e Milano né con Roma, e se è vero che il terzo valico sarà completato nel 2023 è anche vero che il quadruplicamento della tratta Voghera-Pavia, necessario per il collegamento veloce con Milano, non arriverà prima del 2030. Il porto è in vetta alla portualità italiana col sistema Genova-Savona per container e merci varie, ma i ritardi nella realizzazione della nuova diga foranea, la mancanza di un retro porto e la viabilità interna lo rendono meno competitivo dei concorrenti mediterranei e nordeuropei. Infine l’aeroporto Cristoforo Colombo è sì di importanza nazionale ma ha ancora un numero limitato di collegamenti.

Secondo la Camera di commercio e Uniontrasporti la Liguria si trova in uno stato di tale isolamento da avere tutti i requisiti per accedere alle misure previste per le regioni disagiate: fra queste a livello nazionale c’è la legge 42/2009 che introduce la cosiddetta perequazione infrastrutturale, oppure il regime speciale previsto per le isole e le regioni lontane in ragione delle difficoltà di collegamento con il resto del Paese. A livello europeo le opportunità sono la ‘Coronavirus response investment initiative' varata lo scorso marzo che potrebbe permettere di recuperare le risorse mancanti per completare le opere necessarie per Genova e la Liguria, e il ‘Recovery fund' attualmente in discussione attraverso il quale si potrebbe finanziare il piano 'Italia veloce' preparato dal Mit per portare l’alta velocità nelle zone periferiche.

Redazione


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