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Attualità | 26 giugno 2020, 17:00

Auto? Treno? Tertium non datur

Le scene cui abbiamo assistito nei giorni scorsi a bordo dei treni e nelle varie stazioni liguri offrono un quadro a dir poco inquietante ed avvilente

Auto? Treno? Tertium non datur

Lo so, come spesso succede, nei miei post (e nei titoli dei medesimi) utilizzo espressioni un po’ provocatorie ricorrendo spesso e volentieri a frasi in latino (mi sarà servito o no frequentare e diplomarmi al liceo classico?). Ma quella di oggi, nella sua sinteticità, rende molto bene l’idea di qual è la situazione attuale dei trasporti, su gomma e su rotaia, nella nostra Regione.

Se alla vigilia dello scorso weekend (20-21 giugno), il primo della stagione estiva, i timori sulla qualità dei trasporti verso la Liguria erano molti, possiamo dire che ciò che è poi accaduto in quelle 48 ore (con appendici fino alla giornata di lunedì) non solo ha confermato gli stessi ma purtroppo è andato oltre le più pessimistiche previsioni. Code chilometriche sulle autostrade (A10-A26-A12) e treni (soprattutto Regionali) stracolmi all’inverosimile.

Sullo stato della viabilità autostradale non ci sono da fare ulteriori commenti e valutazioni rispetto a quelli che i media locali nonché il Governo Regionale Ligure e molti Amministrazioni locali hanno fatto oramai da settimane. La situazione drammaticamente surreale sta apportando un enorme danno economico e di immagine alla nostra Regione che è letteralmente messa in ginocchio sia nel settore turistico che in quello dei trasporti merci, marittimi e non. Il tema della (eventuale) revoca della concessione ad “ASPI” è ancora fermo sul tavolo del M.I.T. e del Governo e la presenza dei cantieri su molti tratti delle autostrade liguri sta creando degli enormi problemi alla circolazione viaria e alle principali attività economico-sociali.

A questo punto, se avessimo una rete ferroviaria adeguata e strategie aziendali degne di queste nome per garantire quantità e qualità dei collegamenti ferroviari da e verso la Liguria, le ricadute negative determinate dalle problematiche del rete autostradale sarebbero, anche se solo in parte, contenute. Ma le scene cui abbiamo assistito nei giorni scorsi a bordo dei treni e nelle varie stazioni liguri offrono un quadro a dir poco inquietante ed avvilente. A questo proposito il nostro Comitato Pendolari, a conferma che esso opera non solo a tutela degli interessi degli abbonati – che peraltro ancora in questi giorni, almeno sulla tratta Genova (e Liguria)-Milano, sono ancora pochi e che quasi sicuramente in futuro si ridurranno per il ricorso sempre più esteso allo smartworking – ma della collettività intera, ha inviato proprio in queste ore un documento, redatto d’intesa con Assoutenti e con il Comitato “Utenti Trenitalia Del Ponente” e con la firma di altre Associazioni liguri dei consumatori, alle Istituzioni pubbliche (Presidente del Consiglio, M.I.T.” e Regione Liguria) nonché alle aziende dei trasporti, nazionali e locali rappresentando le forti criticità che affliggono il trasporto ferroviario ligure e delineando una serie di proposte.

Con particolare riferimento ai trasporti su rotaia il documento, divulgato ai media locali nelle stesse ore e che ha già provocato reazioni stizzite da parte delle aziende ferroviarie, non solo evidenzia le situazioni assai problematiche che si sono verificate nei giorni scorsi sui convogli a servizio delle riviere liguri ma ha posto l’accento su ciò che purtroppo caratterizza non pochi settori socio-economici del nostro Paese: la mancanza di adeguata programmazione e di capacità di intervento efficace a fronte di situazioni certamente impattanti ma non del tutto imprevedibili. Da quanti giorni si sapeva che sarebbe stato assai probabile assistere a notevoli flussi di turisti verso la nostra Regione, avvalendosi dei treni a fronte della disastrosa situazione autostradale? Era evidente a tutti e, peraltro, le Istituzioni locali avevano caldeggiato questi flussi verso il nostro territorio per consentire al turismo ligure di riprendere, almeno in parte, il suo vigore. E allora? Quello che è successo lascia costernati perché non si può pensare di far ripartire questo Paese senza che da parte di coloro che gestiscono un servizio pubblico non vi sia la capacità di allestire dei processi operativi di intervento adeguati per far sì che lo stesso (servizio) sia prestato in condizioni di sicurezza e di efficienza, soprattutto in una fase così delicata come è quella del “post lockdonwn”.

E a conferma di quanto ho accennato prima – ossia il fatto che il nostro Comitato pendolari così come altri Comitati liguri ha interesse che vengano tutelati gli interessi di tutti i cittadini/utenti e non solo dei pendolari/abbonati – il documento inoltrato alle Istituzioni e alle aziende dei trasporti ferroviari contempla da un lato delle misure di sicurezza basilari, utili per tutti (es: prenotazione obbligatoria anche per il trasporto regionale; un numero adeguato di convogli e un numero maggiore anche di carrozze laddove possibile; l’impiego di personale di controllo e di assistenza anche a terra per il massimo rispetto delle misure sanitarie e il contrasto del mancato acquisto dei biglietti) e dall’altro delle proposte di convogli e orari innovativi, decisamente più accattivanti per il turisti in arrivo nel nostro territorio (in particolare: l’istituzione di FRECCIAROSSA straordinari per la Liguria concentrati nelle giornate del fine settimana ossia da venerdì a domenica a servizio delle due riviere).

E’ difficile prevedere che cosa riusciremo ad ottenere concretamente tenendo conto che sul tavolo del Governo e delle Istituzioni locali vi sono molti altri “dossier” decisamente delicati (uno tra tutti, quello della scuola) ma questo non è altro che un'ulteriore prova che il nostro Paese sta vivendo un momento delicatissimo che molto probabilmente non si definirà prima di alcuni anni, a prescindere dall’esito della vicenda Covid19 che, non dimentichiamolo, è un fattore essenziale nella definizione di tutti questi scenari macro-economici.

E tornando al titolo del post odierno, se è indiscutibile che nel settore dei trasporti non si possono ipotizzare soluzioni terze rispetto alla mobilità su gomma e su rotaia ( sempre che non si appartenga alla ristrettissima cerchia di privilegiati che possono muoversi, anche per brevi tragitti, su mezzi aerei) è altresì indubbio che per quello che attiene la “ripartenza” economica-sociale di questo Paese (e in particolare della nostra Regione) non si può pensare di continuare a traccheggiare: o si agisce, concretamente, razionalmente e responsabilmente, oppure andremo inesorabilmente alla deriva.

Egomet

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