La tradizione resiste, anche nei tempi difficili dettati dall’emergenza sanitaria. Così pure questa mattina, presso il Santuario di Nostra Signora dell’Acquasanta, sulle alture del Ponente genovese, si sono riunite, come da antica usanza, tutte le Confraternite della zona: Sant’Erasmo, Sant’Ambrogio e Sant’Eugenio, Sant’Antonio Abate di Mele e di Nostra Signora Assunta di Pra’. In più, si sono aggiunte, per il secondo anno di fila, le Confraternite di San Bartolomeo delle Fabbriche, di Sant’Antonio Abate di Fiorino e quelle della Morte ed Orazione e del Rosario di Voltri.
È stata una grande festa religiosa ma anche di popolo, in occasione della quale erano presenti i crocifissi processionali che, dopo un lungo stop, con le normative anti Covid, nel mese di agosto, hanno ripreso la partecipazione agli eventi religiosi.
Alle 10, è stata celebrata la Santa Messa al Santuario, quindi ha fatto seguito la processione con la tradizionale salita sulla Scala Santa che, dalla Cappellina dell’Apparizione, sale verso il Santuario. Un rito, quello delle Casacce ad Acquasanta, ininterrotto da cinquecento anni, descritto anche da Camillo Benso Conte di Cavour nelle sue lettere e da moltissimi viaggiatori, incuriositi dal connubio tra fede religiosa popolare e destrezza fisica. Nel Ponente genovese la tradizione è talmente radicata che diversi giovani continuano la tradizione di portare e ‘stramurare’ i Cristi processionali.
La storia del Santuario inizia nel XV secolo. Si tramanda che, dopo una piena del torrente miracolosamente finita senza vittime, una statua della Vergine sia stata ritrovata sulla roccia su cui oggi sorge il tempietto barocco. Proprio questo piccolo gioiello è aperto eccezionalmente solo per le Casacce che da Voltri, Pra’ e Mele salgono al Santuario per rendere omaggio alla Madonna e vale la pena di entrarvi.
Domenica 12 settembre sarà la volta del pellegrinaggio dell’Assunta di Pra’, che chiuderà questo ciclo estivo di processioni al Santuario, iniziato il 26 luglio proprio con la festa patronale della Madonna dell’Acquasanta.
Il Santuario dell’Acquasanta è stato costruito tra il 1683 e il 1718, su un progetto iniziale probabilmente opera dell’architetto lombardo Carlo Muttone a cui, sempre a Genova, sono attribuite anche la chiesa di Santa Croce e San Camillo (situata in una traversa di via XX Settembre) e la chiesa di San Luca (che si trova nel centro storico).
Durante i secoli successivi, negli interni sono stati aggiunti diversi altari (l’altare maggiore è stato costruito a partire dal 1730 da Francesco Maria Schiaffino e terminato da Carlo Cacciatori, un suo allievo) e cappelle. La facciata, realizzata in base ad un progetto di Maurizio Reggio e i due campanili, sono stati completati agli inizi del XX secolo, tra il 1900 e il 1911.
Sul finire del XIX secolo e nei primi decenni del XX secolo, oltre che luogo di pellegrinaggio fu meta turistica dei signori dei paesi vicini da Arenzano fino a Sampierdarena, e nell’entroterra fino a Rossiglione, grazie a un centro termale rinomato.
Due lapidi poste all’interno del Santuario ricordano il matrimonio, il 21 novembre 1832, di re Ferdinando II di Borbone con Maria Cristina di Savoia.
Ogni anno, tra agosto e settembre, è uso che le confraternite ogni domenica, a turno, giungano all’Acquasanta in pellegrinaggio e percorrano la Scala Santa, portando in processione i Cristi le proprie casse processionali. Una volta giunti in cima, i portatori fanno ballare le casse processionali, alzandole e abbassandole ritmicamente in segno di saluto alla Madonna.