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Cultura | 14 aprile 2022, 13:37

"Delirio di una notte d'estate", il ritorno dell'associazione Teatro Necessario

Lo spettacolo ispirato a Shakespeare vede come protagonisti gli attori della Casa Circondariale di Marassi, di nuovo in scena dopo lo stop legato alla pandemia

"Delirio di una notte d'estate", il ritorno dell'associazione Teatro Necessario

Delirio di una notte d’estate è lo spettacolo che dal 19 al 24 aprile sarà portato in scena sul palco del Teatro Ivo Chiesa dagli attori della Casa Circondariale di Marassi, guidati dalla regia di Sandro Baldacci, direttore artistico dell’Associazione Teatro Necessario Onlus

Il termine “delirio” sembra calzare a pennello per descrivere le difficoltà che la compagnia ha dovuto affrontare in questi ultimi anni, prima dovendo fare i conti con uno stop forzato di tutti i lavori, poi cercando di conciliare gli stretti protocolli anticontagio all’interno della struttura carceraria con la necessità di provare e di creare quello che poi sarà messo in scena. 

A raccontare e descrivere queste sensazioni sono i protagonisti dell'avventura che da martedì debutterà, ma che sembra ancora in un’emozionante divenire. Alla presentazione dello spettacolo, che questa mattina è stata accolta dal foyer del Teatro Ivo Chiesa, hanno partecipato i diretti rappresentanti dell’Associazione motore dell’evento insieme alle figure istituzionali e non che si sono impegnate alla realizzazione del progetto. 

Ad aprire la presentazione in collegamento da remoto è Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova, che per primo pone l’accento sul modello unico di fare teatro dell’associazione Teatro Necessario: “Dopo anni di impotenza, in cui sembrava che il pubblico stesse svanendo, la generosità teatrale ci educa nuovamente a essere migliori sempre. In scena si creano relazioni con ciò che rappresenta il teatro e tra le persone, dando origine a un momento di crescita e di miglioramento del vivere comune”. 

Prende poi la parola Tullia Ardito, il direttore del carcere di Marassi, entrata in servizio in questo nuovo ruolo da poco più di un mese: “Una delle prime cose di cui mi sono occupata è stata proprio la buona riuscita di questo spettacolo. È la prima volta che dirigo un carcere con all’interno un teatro, ed è un’esperienza incredibile per me e per i detenuti. Oltre all’arricchimento che deriva dal recitare e dal creare aggregazione, vogliamo che le persone che lavorano a questo progetto abbiamo anche una possibilità concreta a livello lavorativo: verranno rilasciati attestati che consentiranno ai detenuti di inserirsi come attori e scenografi professionisti”.

Anche il vicesindaco Massimo Nicolò pone l’accento sull’importanza del fine ultimo di questo tipo di attività: “Lo spettacolo è uno dei mezzi, ma il fine è quello di dare valore alle persone e dare un’opportunità professionalizzante a chi ha terminato di scontare il proprio debito con la giustizia”.

Presente anche Ilaria Cavo, in un primo momento attesa in collegamento virtuale e poi arrivata di persona: “Sono anni che seguiamo questo percorso insieme al Teatro Necessario e tenevo a essere qui in questo momento importante. Gli spettacoli creati dalla compagnia sono sempre stati magici: gli attori sono tutti attori, professionisti e non, e sul palco si resta coinvolti dalla capacità che tutti hanno, allo stesso modo, di stare in scena. Anche la scelta del titolo è azzeccata: si parte dal Delirio per arrivare al Sogno, un bell’esempio di come il teatro possa far riscattare e dare un valore aggiunto”.  

Fondamentale ed emozionale l’intervento del regista (insieme a Fabrizio Gambineri) e direttore artistico del Teatro Necessario Sandro Baldacci, che esclama un genuino “Ce l’abbiamo fatta!” subito ridimensionato da chi lo spettacolo lo porterà in scena. “Ok, ce la stiamo facendo. Questi ultimi due anni sono stati terribili, abbiamo dovuto fare i conti con quarantene e restrizioni e prove sempre con qualcuno assente. Abbiamo perso addirittura il protagonista, perché improvvisamente è stato spostato agli arresti domiciliari. Delirio è proprio il termine adatto: abbiamo scelto di immaginare come Shakespeare avrebbe scritto il suo Sogno di una notte di mezza estate se avesse vissuto ai giorni nostri, e da lì creato questo bosco incantato in cui si muovono i personaggi. Ci sono coppie di innamorati, c’è un folletto che invece di somministrare pozioni spaccia sostanze dall’effetto altrettanto certo, c’è un lieto fine. Trovarsi in questo teatro, dove è iniziata la mia carriera, e vedere che tutti concorrono a realizzare un progetto sociale è molto emozionante. È bello sapere che tutte le repliche dedicate alle scuole siano già esaurite, sia qui sia al Teatro dell’Arca, soprattutto in un momento in cui il teatro macina difficilmente perché la gente si è abituata a guardare le cose in televisione”.

Ultimo, ma non ultimo, è il saluto di Said, detenuto e tecnico dei suoni per questa produzione: “Questa esperienza ci aiuta a inserirci in un nuovo mondo e a uscire dalla routine del carcere. Porterò la mia famiglia a teatro quando uscirò di qui”. Il lieto fine, spesso, può essere possibile. 

Lo spettacolo è stato realizzato in collaborazione con la Direzione della Casa Circondariale di Genova Marassi, grazie al contributo di: 

Regione Liguria e del Comune di Genova, della Compagnia di San Paolo (nell'ambito del progetto sostenuto da Acri: Per Aspera ad Astra. Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza), dell' Otto per mille della Tavola Valdese e con il supporto del Teatro Nazionale di Genova e dell' I.l.S. Vittorio Emanuele II-Ruffini. 

Per acquistare i biglietti è possibile collegarsi al sito del Teatro Nazionale di Genova.

Chiara Orsetti

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