Fiumi in secca, situazione drammatica per la fauna ittica ligure

La siccità di queste settimane sta mettendo a dura prova la fauna ittica della nostra regione con pesci sempre più in difficoltà all’interno di pozze isolate in fase di prosciugamento nei bacini dei corsi d’acqua. 

Per questo motivo Regione Liguria ha dato il via in diverse zone alle operazioni di recupero di fauna ittica con guardiapesca volontari e operatori esperti. Un’operazione che si sta svolgendo in queste ore e che proseguirà fino al prossimo 20 settembre. 

Il bacino del torrente Scrivia è una delle aree maggiormente interessate dal recupero dei pesci con i cosiddetti “catturapesci” a motore o a batteria, come l’elettrostorditore comunemente utilizzato nelle operazioni di pesca elettrica.

“In considerazione della penuria idrica che colpisce l’intero territorio, ci siamo dichiarati disponibili a supportare l’amministrazione regionale per altri interventi straordinari, sostenendone il costo - fa sapere la Società Sportiva Alta Valle Scrivia - Sul punto teniamo a precisare che, al contrario di altre realtà associative (FIPSAS, ARCI Pesca, ENAL Pesca), la SPAVS non usufruisce di alcun contributo pubblico, contando esclusivamente sul sostegno degli associati e simpatizzanti. Un sentito ringraziamento all’amministrazione regionale, che con estrema rapidità ha concesso il nullaosta, ad Alessandro Candiotto, ittiologo che si è reso immediatamente disponibile, ai carabinieri forestali, sempre presenti e collaborativi, alle nostre guardie volontarie, che operano con decreto SPAVS e ENDAS, e ai volontari che non disertano mai la chiamata nel momento del bisogno”.   

Anche più a levante la situazione è preoccupante dove sono a rischio tonnellate di pesce, tra spianamenti, pompaggi e penuria idrica. In questo caso è Umberto Righi, presidente Fi.Ma Chiavari (l’associazione sportiva dilettantistica attiva dal 1955), a lanciare l’allarme sottolineando che quello della siccità è un ulteriore problema che va a sommarsi ad altre problematiche già presenti sul territorio:

“Le valli ‘da trote’ piangono perdite di vita o vivono di stenti e il fondo valle è al collasso, ma qui non è solo la siccità la causa del prosciugamento, bensì l’esagerato pompaggio che fa inabissare lo scorrimento superficiale, ne sono l’esempio i pozzi di Coreglia Ligure (Torrente Lavagna Val Fontanabuona), che incanalano l’acqua nella rete idrica potabile che tramite tunnel sotterraneo raggiunge Rapallo e Santa Margherita Ligure - spiega Righi - Migliaia di litri o meglio metri cubi di acqua risucchiata dalla falda del torrente Lavagna, mettendo in secca 7 km di torrente da appunto Coreglia Ligure sino a Carasco. 

Ma non è tutto, in una situazione di estrema difficoltà per i pesci, c’è pure un comune, quello di San Colombano Certenoli, che ha dato ordine di pulire il letto del torrente Lavagna dagli ingombri di ghiaia e arbusti, spianando il letto a mo di “autostrada”, arrivando a riempire pure le poche buche con acqua e sotterrando i pesci senza chiedere almeno il loro recupero e trasferimento preventivo. A nulla sono valse le proteste dei residenti a simile strage, e per risposta “tanto son pesci che non servono a niente”. Peccato che tra le specie ittiche che popolano il torrente Lavagna troviamo l’anguilla, il barbo, il vairone e l’alborella che sono oggetto di tutela da leggi Europee e classificata specie “Autoctona” dal Ministero della Transizione ecologica ed al centro di una “politica gestionale” che impone il massimo rispetto e la salvaguardia degli ambienti in cui vivono vietando di fatto qualsiasi interferenza o motivo che ne pregiudichi la sopravvivenza e la riproduzione”.