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Attualità | 04 agosto 2022, 10:56

Sciopero e presidio dei lavoratori Wartsila: "Lottiamo in difesa del sito di Genova" (Foto e Video)

I dipendenti in presidio davanti al palazzo della Regione di piazza De Ferrari chiedono garanzie per lo stabilimento genovese

Sciopero e presidio dei lavoratori Wartsila: "Lottiamo in difesa del sito di Genova" (Foto e Video)

Sciopero quest'oggi dei 120 dipendenti della sede Wartsila di Genova, in solidarietà ai colleghi di Trieste dopo la notizia della chiusura da parte della multinazionale finlandese del sito triestino.

Una scelta, quella della delocalizzazione, che di fatto sancisce il licenziamento di 451 dipendenti.

A proposito, Luca Marenco, funzionario Fiom Cgil, spiega: "Oggi i lavoratori della Wartsila di Genova sono in sciopero unitamente ai lavoratori di Trieste e di Napoli per dire no allo scellerato piano della multinazionale finlandese che prevede la chiusura del sito produttivo di Trieste con il conseguente licenziamento di 451 lavoratori. Oggi per prima cosa assolutamente solidarietà a quei lavoratori ma anche una lotta di difesa del sito di Genova perché è difficile immaginare che questa situazione non possa avere delle ricadute negative anche sul sito di Genova che già in passato ha subito dei tagli e delle riorganizzazioni aziendali che hanno di fatto diminuito i livelli occupazionali dell’azienda".

 

Gli fa eco Fulvio Nicotra, delegato RSU Fiom: "Siamo qua in sciopero perché diamo solidarietà ai colleghi di Trieste in quanto Wartisla ha appena comunicato che chiuderà il sito produttivo con la conseguenza di 450 esuberi a Trieste. Siamo in sciopero di soliadietà per loro e per alzare la voce e farci sentire perché, in prospettiva futura, che non succeda nulla a riguardo per il sito di genova

Attualmente a genova siamo 120 tra impiegati e operai sperando che non succeda niente nei prossimi mesi anche per il nostro sito produttivo".

Al presidio seguirà un incontro con l'assessore Benveduti a cui i dipendenti chiederanno l'appoggio delle istituzioni e risposte sul futuro dell'azienda.

 

 

Anche Fabio Carbonaro, componente della segreteria regionale Fim Cisl Liguria interviene a proposito: "E' stata una risposta importante quella arrivata dalla manifestazione di oggi con tantissimi lavoratori di Genova che sono scesi in piazza per solidarietà con quelli di Trieste che rischiano di subire gli effetti di un piano scellerato che prevede 450 esuberi sul sito triestino. E' inaccettabile la decisone di Wartsila e vigileremo che anche a Genova non accada quello che è successo a Trieste. E' evidente che la logica del profitto nelle multinazionali non tiene alcun conto degli effetti sociali: a oggi lo scenario è un sostanziale abbandono dell'Italia con la perdita di una tecnologia di eccellenza per la produzione dei grandi motori navali, un settore strategico per il Paese, per questo si deve creare sinergia con le nostre aziende leader nelle costruzioni navali. Questo sciopero a Genova così come negli altri siti nazionali dove c'è Wartsila rappresenta chiaramente la nostra posizione rispetto alle decisioni illogiche dell'azienda". 

"La notizia del trasferimento del sito produttivo di Trieste di Wärtsilä negli stabilimenti di Vaasa in Finlandia, oltreché sancire il licenziamento di 451 lavoratori triestini, allarma l’occupazione delle altre sedi italiane, compresa quella genovese che può contare sulla professionalità di circa 120 lavoratori” sottolinea l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Liguria, dopo aver ricevuto in mattinata una delegazione sindacale dei lavoratori scesi oggi in piazza per contestare la decisione della multinazionale finlandese di cessare la produzione dei motori navali nel quartier generale di Trieste.

“Non possiamo far altro che offrir loro il nostro sostegno e la nostra solidarietà – continua l’assessore – Siamo convinti che questi siano campanelli d’allarme che debbano far riflettere a un ripensamento, in generale, del ruolo dello Stato in economia e, nello specifico, della cantieristica navale da qui ai prossimi trent’anni sullo scenario nazionale come imperdibile filiera industriale di interesse nazionale. Perdere Wärtsilä, che tra diretti e indiretti offre lavoro a circa 5 mila lavoratori in Italia, e in generale questo genere di produzioni e competenze, significherebbe perdere un patrimonio occupazionale, di know-how e di professionalità che non possiamo in alcun modo permetterci”.

Redazione

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