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Politica | 23 settembre 2022, 07:45

Fridays For Future e le sfide per il territorio, Ghio: “Le istituzioni aspettano l’emergenza prima di intervenire”

E sulla polemica dei jet privati: “Vanno eliminati, si tratta di emissioni di lusso”

Fridays For Future e le sfide per il territorio, Ghio: “Le istituzioni aspettano l’emergenza prima di intervenire”

Oggi, venerdì 23 settembre, ritorna anche a Genova lo sciopero globale per il clima.

A due giorni dalle elezioni studenti, lavoratori, scuole, associazioni e movimenti si danno appuntamento alle 9 in piazza del Principe per poi spostarsi in corteo ed invadere le vie del centro cittadino.

Fridays For Future quest’anno lancia le sue proposte raccolte nell’agenda climatica, un documento che raccoglie le rivendicazioni della mobilitazione e per riportare al centro della discussione politica la crisi climatica e le soluzioni per affrontarla.

Francesca Ghio, da qualche mese consigliera comunale del comune di Genova ma da tempo volto e sostenitrice del movimento Fridays For Future a Genova fa il punto sugli obiettivi da portare avanti.

Come è cambiato il movimento il movimento in questi anni?

“Mi rendo conto che più passa il tempo più questo movimento acquista credibilità perché non si limita ad essere una protesta sterile o distruttiva ma propone dei contenuti. Il movimento Fridays for Future Italia ha costruito un documento (l’agenda climatica) in cui si elencano cinque proposte per le politiche del 2022. Questo documento non è scritto da ragazzi o attivisti del liceo ma in collaborazione con università, associazioni ed istituti che trattano il problema climatico da decenni. 

Quindi la crescita del movimento coincide con la crescita di contenuti e questo permette di non perdere l’attenzione da parte dei media e soprattutto di non perdere la dispersione delle persone che trovano nel movimento un punto d’incontro dove portare avanti la battaglia climatica”.

Le elezioni politiche possono offuscare la manifestazione di oggi?

“È strategico il fatto che la manifestazione sia a due giorni delle elezioni, non per orientare il voto ma per orientare a votare. Anche la data della manifestazione era stata scelta prima della caduta del governo, per noi è strategico essere a due giorni dal voto perché la manifestazione raccoglie quell’elettorato giovane e deluso che spesso si traduce in astensionismo”.

A livello locale com’è e com’è stato negli il rapporto con le istituzioni?

“A Genova siamo sempre stati ignorati: nel 2019, quando il movimento iniziava a prendere piede, c’è stato un approccio sia a livello regionale e comunale con la firma della dichiarazione dell’emergenza climatica, firmata all’unanimità da entrambi i consigli, ma non sono seguite azioni concrete. Non si può continua con il greenwashing mettendo l’aiuola in via Brigate Partigiane. Le azioni climatiche ad oggi devono aspirare ad obiettivi molto più alti. Il movimento non ha ricevuto supporto diretto da parte degli esponenti politici. Non cerchiamo il dialogo ma l’azione e dalla parte dei politici c’è, secondo me, una sorta di vergogna perché giorno dopo giorno sta diventando sempre più chiara l’evidenza del collasso: dall’emigrazione, all’energia, ai trasporti, a tutto il mondo de lavoro, la siccità. Tutte queste conseguenze non sono più lontane nel mondo ma stanno arrivando anche qui in Occidente e in Italia”.

Siccità, frane, alluvioni. Sono tutte problematiche che ormai ci toccano da vicino, cosa possono fare le istituzioni per prevenire questi disastri? 

“C’è bisogno di fare informazione e di realizzare piani strategici anche per quanto riguarda la reazione agli eventi e ai collassi climatici. Sono seriamente preoccupata per le alluvioni che potrebbero esserci nei prossimi mesi. Per quanto si possa parlare dell’operato meraviglioso della Protezione Civile, la verità è che ad oggi non c’è un piano su rischi e vulnerabilità da parte del comune di Genova. Purtroppo credo che, per dare un’ulteriore sveglia alle istituzioni, serviranno altri morti. Lo vediamo con il disastro che è successo nelle Marche la scorsa settimana: la cementificazione e il dissesto idrogeologico sono problemi che conosciamo ma continuiamo a costruire e a far finta di niente. Aspettiamo sempre che succeda il disastro prima di intervenire”.

Quali obiettivi avete per Genova e la Liguria?

“La nostra volontà è di fare fronte comune ed è quello che stiamo facendo con il movimento: vorremmo fare un coordinamento mensile con le associazioni del territorio ed è una cosa che manca a Genova ed è la volontà che caratterizza questa nuova generazione”.

Qual è la tua posizione sulla polemica dei jet privati?

“La polemica nasce da una pagina Instagram, jetdeiricchi, che ha iniziato a parlare di voli privati, un tema che abbiamo affrontato anche nell’agenda climatica. Su questo per il movimento non c’è discussione: il jet privato rappresenta un lusso di una elite che non deve esistere. Ci sono emissioni di lusso ed emissioni di sussistenza, quelle che noi dobbiamo iniziare a tagliare sono quelle di lusso. Il 10% della popolazione mondiale produce il 50% delle emissioni quindi siamo a un punto in cui l’eliminazione dei jet privati non risolve la crisi climatica ma è un passo fondamentale per iniziare un percorso”.

Marco Garibaldi


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