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Eventi | 26 settembre 2022, 15:46

Dal 20 ottobre al 1 novembre torna il Festival della Scienza

Genova ritrova il festival scientifico che quest'anno accoglierà più di 400 ospiti in 13 giorni di iniziative e laboratori

Dal 20 ottobre al 1 novembre torna il Festival della Scienza

Quasi 300 eventi in 13 giorni, distribuiti in 40 location, con 400 ospiti e più di 500 giovani coinvolti tra animatori e studenti in alternanza scuola-lavoro. Questi alcuni numeri della ventesima edizione del Festival della Scienza di Genova, manifestazione leader internazionale tra gli eventi di diffusione della cultura scientifica, che quest’anno ruota intorno alla parola chiave Linguaggi e che è in programma da giovedì 20 ottobre a martedì 1° novembre. Sono attivi la vendita online dei biglietti sul sito del Festival della Scienza (www.festivalscienza.it) e il call center per le informazioni e le prenotazioni delle scuole (010 8934340). 

 

«La ventesima edizione del Festival della Scienza – racconta il presidente Marco Pallavicini – vuole essere un grande ritorno a una rinnovata normalità. Quest’anno vogliamo portare a Genova tredici giornate di grande festa, con un programma dalle dimensioni pre-pandemia con conferenze, laboratori, mostre, spettacoli ed eventi speciali dedicati a visitatori di ogni fascia d’età e livello di conoscenza, per raccontare la scienza in modo affidabile, innovativo e coinvolgente». A poco meno di un mese dall’inizio della manifestazione, a programma non ancora svelato, sono già stati venduti oltre 1200 abbonamenti in promozione Early Bird. «Una dimostrazione di affetto e fiducia verso il Festival – aggiunge Pallavicini – che conferma anche la voglia del pubblico di tornare a vivere un evento come il nostro».  

 

«Ci siamo quasi - aggiunge Fulvia Mangili, direttore del Festival – e stiamo lavorando agli ultimi dettagli. Il programma, ancora in fase di completamento, è già consultabile sul sito www.festivalscienza.it. Le scuole hanno già cominciato a prenotare le loro visite al Festival chiamando il nostro call center. In questi primi giorni siamo stati "presi d’assalto" e talvolta gli insegnanti hanno trovato le linee occupate. A tutti chiediamo un po’ di pazienza: il Festival è davvero grande quest’anno, e ci sarà spazio per tutti, con eventi in grado di soddisfare tutti i gusti». 

 

In apertura, per la prima volta in veste di protagonista e non di padrone di casa sul palco del Festival, il presidente del Festival Marco Pallavicini, fisico sperimentale e vicepresidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che, accompagnato dal musicista jazz Danilo Rea, racconta il percorso che ha cambiato la fisica, traghettandola dalla visione classica di Galileo a quella controintuitiva della meccanica quantistica.  

 

Ospite d’onore del Festival è la matematica ucraina Maryna Viazovska, neovincitrice della Medaglia Fields 2022, premio riservato agli under 40 e considerato “il Nobel della matematica”, seconda donna nella storia a ricevere questo riconoscimento. E, a proposito di Nobel, Michel Mayor (premio Nobel per la fisica nel 2019 per la scoperta del primo esopianeta) interviene in collegamento da Ginevra in un panel internazionale in cui tra scienza, arte e filosofia viene percorso un viaggio che va dalle profondità del cosmo a quelle sotterranee del Large Hadron Collider. Partecipano invece in presenza Cumrun Vafa, fisico teorico iraniano naturalizzato americano, premio Dirac nel 2008 e uno dei massimi esperti al mondo di teoria delle stringhe, che al Festival parla di enigmi per decifrare il mondo e Maria Elena Bottazzi, microbiologa honduregna naturalizzata statunitense di origine genovese, ambasciatrice di Genova nel mondo, coordinatrice del team che ha sviluppato il Corbovax, il vaccino contro il Covid-19 senza brevetto accessibile anche ai Paesi in via di sviluppo, per cui è candidata al premio Nobel per la pace. 

 

Linguaggi è la parola chiave di quest’anno, approfondita da molti punti di vista e discipline dai protagonisti del Festival della Scienza. Il linguaggio come elemento distintivo dell’essere umano: è Andrea Moro, neuroscienziato e linguista, insieme a Luciano Fadiga, neurofisiologo studioso dei comportamenti umani, e a Stefano Cappa, neurologo esperto di disturbi del linguaggio, ad approfondire l’affascinante tema del rapporto tra la struttura delle lingue umane e il cervello. Tocca invece alla sociolinguista Vera Gheno e a Claudia Bianchi, filosofa del linguaggio e, come Gheno, autrice di saggi di grande successo, descrivere il rapporto tra linguaggio, parole e inclusione di genere.  

 

La lingua riflette attraverso le proprie trasformazioni i cambiamenti sociali, civili e culturali: ne trattano Valeria Della Valle, linguista, codirettore della nuova edizione del Vocabolario Treccani, il primo vocabolario italiano che non presenta le voci privilegiando il genere maschile, e Massimo Bray, direttore generale dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Di linguaggio del corpo tra reale e virtuale e consapevolezza corporea si parla invece in un incontro coordinato dal neuroscienzato Salvatore Maria Aglioti. 

 

Ma esistono linguaggi non umani? Certamente sì: lo racconta Enrico Alleva, etologo che insieme alla psicobiologa Daniela Santucci conduce in un viaggio alla scoperta dei modelli comunicativi degli animali. Anche la natura ha un suo alfabeto e la scienza fornisce gli strumenti essenziali per capirla: lo spiega Roberto Battiston, fisico sperimentale e uno dei massimi esperti mondiali di raggi cosmici. 

 

La scienza da sempre utilizza molteplici linguaggi: a partire da quello matematico, ma anche quello dell’informatica e della chimica. Stanno poi emergendo linguaggi nuovi, per far dialogare uomini e macchine, con un’attenzione crescente agli aspetti etici legati a queste nuove tecnologie. Ne trattano, tra gli altri, tre scienziate donne: Malvina Nissim, esperta su scala internazionale di linguistica computazionale, Elena Esposito, sociologa, e Paola Inverardi, informatica conosciuta a livello internazionale e specializzata nell’ingegneria del software. La chimica computazionale, grazie al progresso delle capacità di calcolo dei moderni supercomputer, apre le porte a una vera rivoluzione nell’ambito delle scienze della vita: ne approfondiscono l’impatto che avrà prossimamente nella ricerca farmaceutica William Jorgensen, uno dei pionieri dell’uso della chimica computazionale per il disegno di nuovi farmaci e Marco De Vivo, group leader di un gruppo di ricerca dedicato alla scoperta di nuovi farmaci su base molecolare. 

 

La scienza si occupa di linguaggi, e di altri linguaggi ha bisogno per progredire e per essere raccontata. Trovarli e renderli accessibili a tutti, questa è stata la missione di Ariane Koek, fellowship della Bogliasco Foundation riconosciuta a livello internazionale per il suo lavoro transdisciplinare tra arte, scienza e tecnologia, fondatrice del progetto “Arte e Scienza” al Cern di Ginevra, che parla della sua esperienza e della sua visione del futuro. Anche la letteratura può essere un veicolo straordinario per comunicare la scienza, come racconta il fisico delle particelle Dario Menasce, che in questa occasione guida il pubblico attraverso il racconto della fisica. 

 

Molto ampio come sempre lo spazio dedicato ai temi collegati all’esplorazione dell’Universo. A inizio maggio la scoperta di Sagittarius A, la “super star” dei buchi neri, ha entusiasmato gli appassionati di fisica del cosmo di tutto il mondo. Al Festival della Scienza ne trattano Maria Felicia De Laurentis, astrofisica napoletana che per prima fotografò il buco nero M87 nel 2019, e Ciriaco Goddi, Project Scientist del progetto BlackHoleCam, entrambi membri della collaborazione internazionale Event Horizon Telescope. Dai telescopi terresti a quello spaziale: a luglio sono arrivate le prime straordinarie immagini del James Webb Telescope, il principale osservatorio scientifico nello spazio del mondo. A illustrarne i dettagli Giovanna Giardino, ricercatrice dell'Estec, il centro scientifico e tecnologico dell'Agenzia Spaziale Europea, e l’astrofisico Adriano Fontana. Lo spazio profondo esplorato non solo con le immagini ma anche con il suono: con le sonorizzazioni del musicista informatico Massimo Magrini (in arte Bad Sector) ne parlano Wanda Diaz Merced, astrofisica non vedente, insieme a Stavros Katsanevas, direttore dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo e a Marica Branchesi, astrofisica membro della collaborazione Ligo/Virgo per la rilevazione delle onde gravitazionali. 

Redazione

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