L’incontro con Alessio Alba è arrivato per caso, in un pomeriggio di sole in cui la musica tra i vicoli sembra essere una colonna sonora di una serie televisiva dove Genova è lo scenario delle più disparate storie.
Ma se quella musica, scelta spesso tra proposte meno consuete, si fa spazio e arriva, ci si rende conto di avere davanti un artista che usa le cover come apripista delle sue canzoni.
Glielo abbiamo raccontato e lui stesso è rimasto stupito: “Pensavo di conoscere solo io quella canzone, invece”.
La canzone in questione era “Substitute of love”, “la mia seconda preferita di Madonna dopo ‘Ray of light’” racconta ancora Alessio.
Una carriera iniziata dietro la spinta, non solo in senso figurato, della sua compagna: “Posso dire di essere un cantante e musicista da poco. Sono stato spinto, fisicamente spinto, dalla mia compagna che mi ha mandato dalla proprietaria di un pub per chiederle di suonare. ‘Vai a parlare con lei’ mi ha incalzato, così alla fine ci sono andato e ho suonato per la prima volta dal vivo. Li ho capito che volevo fare questo mestiere. Qualche indizio prima c’era stato, in tanti mi dicevano che ero bravo ma rispondevo di no, ‘sia mai che uno si monta la testa e vuole fare il cantante’ - spiega ancora il cantautore ridendo - così ho scoperto una parte di me che vorrei fosse il mio lavoro”.
Le cover dunque sono solo una minima parte delle intenzioni artistiche di Alessio ma lo scrivere è arrivato solo in un secondo momento: “Ho iniziato dalle cover per cercare di capire cosa mi piacesse e cosa no. Ho scoperto il mondo della scrittura solo dopo il camp del Tour Music Fest. In quel contesto, tra i vari laboratori, c’era quello di scrittura e in due giorni, tutti insieme, abbiamo dovuto scrivere una canzone. Ho capito così che potevo fare una cosa che ritenevo impossibile. Subito dopo il camp ho scritto la mia prima canzone, in inglese e male, poi ho iniziato a scrivere in italiano e si è aperto un altro mondo, nuovo. Ho iniziato a scoprire anche il mondo della produzione musicale dove non sono nemmeno minimamente ai primi passi però mi piace pre produrre brani che faccio”.
Un bagaglio che Alessio ha messo dentro i suoi singoli: “Il mio primo singolo, uscito due anni fa, è ‘ah - ha’, a dicembre scorso è uscito il secondo ‘Pioggia acida’. E’ una canzone a cui sono particolarmente legato perché è nata durante il lockdown, come tantissime canzoni, e parla del periodo brutto che penso tutti quanti abbiamo vissuto nella nostra vita. Io l’ho voluto vedere dal punto di vista di chi quel periodo l’ha passato e dice a chi lo sta vivendo ‘non ti preoccupare, passa tutto, passerà anche questa’”.
E a proposito degli esordi: “Mi sono esibito prima della pandemia sempre e solo a Monterotondo [in provincia di Roma n.d.r], ho girato tutti i pub rompendo le scatole a tutti quanti ma appena avevo iniziato a prendere le misure su cosa volessi fare, siamo stati bloccati a casa. Da una parte questo mi ha portato a scrivere ma mi ha anche passo fare un passo indietro. Subito dopo ho iniziato a cercare posti dove proporre le mie canzoni e ci sono state esperienze anche un po’ più grandi dal punto di vista del pubblico. Sono stato al ‘Deejay on stage’ sia l’estate scorsa che quella prima, e quella è stato veramente una bella emozione. Tutta la piazza di Riccione piena di gente che davanti a te partecipa, sono stato fortunato”.
Genova è arrivata nella vita di Alessio grazie alla sua compagna e il confronto con la città dei cantautori è stato immediato: “La mia compagna, che è veneta, è una ricercatrice. Prima si era trasferita a Roma, ora lavora a Genova all’IIT, avevamo già convissuto e ho deciso di seguirla, anche perché non ero mai uscito da Monterotondo. Ho scoperto innanzitutto una città bellissima, mi ci sento benissimo dentro poi c’è il mare. Solo i liguri ne parlano male.
Genova, come città, come vitalità, come possibilità. Il fatto che abbia iniziato a suonare per strada è perché qui si può fare, sperando non cambino le cose. Questo mi ha spinto a provare: vedo che la ricezione da parte sia dei genovesi che dei turisti che arrivano è buona ed è un bel feedback, da tanta energia per poter continuare e ne serve parecchia”.
Per il futuro, le idee sono chiare e il richiamo dell’Ariston è un eco che non si zittisce: “Probabilmente uscirò con un nuovo singolo a breve, ma sto lavorando per partecipare a Sanremo Giovani, è l’ultimo anno e ce la metterò tutta”.
Dita incrociate dunque.