‘C’era una volta… la cartoleria’ è il nuovo servizio seriale de La voce di Genova dedicato a questi negozi che sembrano essere sospesi nel tempo. Rifugio di studenti, impiegati e sognatori, la cartoleria è sempre stata più di un negozio, ma un luogo dove perdersi, tra il profumo della carta nuova e i colori di pennarelli, pastelli e tempere. Oggi queste botteghe sono sempre più rare, ma con questi racconti vogliamo riscoprire il loro fascino, raccontando le storie di chi le tiene ancora in vita con passione.
Nel cuore dei caruggi genovesi, al civico 97 di via San Bernardo, la cartoleria Crob’Art è da oltre vent’anni un punto di riferimento per studenti, artisti e professionisti. Una bottega specializzata in prodotti per il disegno tecnico e le belle arti, con stampanti e plotter in grado di soddisfare qualsiasi esigenza di stampa, che resiste all’urto dei tempi e dell’e-commerce grazie alla passione e alla determinazione della famiglia Parodi.
A raccontare la storia è Alessio Parodi, oggi trentacinquenne, che guida il negozio assieme ai genitori Filippo e Maria: “La cartoleria esisteva già, credo dagli anni ’80 o ’90 – spiega – ma i miei genitori l’hanno rilevata nel 1999 dopo che la precedente gestione era entrata in difficoltà. Nessuno dei due aveva esperienze nel settore: mia madre veniva dall’Italsider, mio padre era impiegato contabile. Eppure si sono buttati, hanno creduto nel progetto e hanno saputo reinventarsi”.
La svolta arriva proprio con l’intuizione del padre, che capisce per tempo l’importanza della stampa digitale: “Mentre altre cartolerie restavano ferme, lui ha iniziato subito a investire in macchinari per stampe, ampliando l’offerta – racconta Alessio –. Questo ha fatto la differenza”.
Nel 2009 Alessio entra nell’attività, lasciando l’università, e nel giro di un anno è a tempo pieno:“Volevo imparare subito il mestiere – spiega – e oggi mi occupo della gestione, degli ordini, della selezione dei prodotti per le belle arti. Mio padre segue la contabilità e mia madre è ancora preziosa dietro il banco”.
Ma nonostante la passione, il lavoro è cambiato: “Una volta eravamo in otto, oggi non si riesce più ad assumere. Si lavora tanto, ma il margine è bassissimo. Anche quando vendi prodotti costosi, le spese sono alte e i guadagni ridotti. È difficile andare avanti”.
I momenti d’oro si concentrano sempre più nei pochi mesi dell’anno: “Dicembre era un mese che copriva i periodi più deboli, ora non basta più. I picchi ci sono ancora, ma meno forti di prima”.
Curiosamente, i prodotti più venduti restano i grandi classici: “La penna Bic e l’evidenziatore Stabilo Boss. Ma i veri margini li danno le stampe e i prodotti di alta gamma per belle arti, su cui abbiamo investito molto negli ultimi anni”.
La clientela, però, è ancora il cuore pulsante dell’attività: “È variegata, riflette la ricchezza del centro storico. Studenti, architetti, turisti, anziani, artisti, bambini con i genitori. Mi piace che passi di tutto, è il bello di essere qui”.
Con l’online, la concorrenza è dura: “Ci proviamo con le nostre armi: l’ascolto, il consiglio, la conoscenza del prodotto. L’online non ti guida, non ti spiega. Ma certo, se Amazon pagasse le nostre stesse tasse, sarebbe un altro lavorare. Non voglio privilegi, solo parità di condizioni”.
E il futuro? Alessio è onesto: “Se trovassi qualcuno interessato a rilevare, ci penserei. Dopo quindici anni tra crisi, pandemia, guerre e rincari, è difficile godersi il lavoro. Ogni giorno c’è un problema nuovo, ed è stancante”.