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Attualità | 06 agosto 2023, 15:30

Artisti di strada, il mimo Fabio Bonelli: “Le troppe regolamentazioni snaturano la nostra attività” (Video)

“Dev’essere una sorpresa vedere un artista di strada che si esibisce, se iniziamo a regolamentare troppo allora diventa come timbrare il cartellino”

Artisti di strada, il mimo Fabio Bonelli: “Le troppe regolamentazioni snaturano la nostra attività” (Video)

Continua il nostro viaggio alla scoperta degli artisti di strada a Genova. Nelle scorse settimane abbiamo conosciuto la cantante lirica Tatiana Zakharova, la violoncellista Vera, l’artista di strada ma anche commerciante Hermes Rendina, il duo di ventriloqui, Naimana e Daniele, approdati in Rai e Luca Bertoncini, artista o meglio poeta di strada.

Oggi abbiamo conosciuto Fabio Bonelli, genovese, artista di strada, insegnante e mimo.

“Ho fatto l’artista di strada per tanti anni, circa 30 anni, in giro per l’Italia e all’estero ma sono di Genova e faccio base sempre qui”, ci dice.

Come hai iniziato?

“Ho sempre avuto questa passione e ho sempre cercato di portarla avanti partendo dalla strada che secondo me è una palestra importante per tutti gli artisti”.

Quali sono le attività artistiche che svolgi qui in città?

“A Genova ho tenuto dei corsi al teatro della Tosse o in scuole come l’Arti’s e la Naima e al tre scuole private. Ho tenuto e tengo ancora oggi workshop in giro per l’Italia. A settembre partirà il progetto dell’accademia dove non ci sarà solo la scuola per mimo ma anche altre tipologie di spettacolo e di teatro”. 

Qual è la risposta di genovesi e turisti quando ti esibisci in strada?

“Negli anni è cambiata. Genova finalmente è diventata una città più turistica e le persone rispondono bene. Non c’è un problema di pubblico”.

Sull’ordinanza che limita le fasce orarie cosa ne pensi?

“Negli anni si è tentato di regolamentare. L’idea iniziale, portata avanti anche da Fnas (federazione nazionale artisti di strada) alla quale ho partecipato alla fondazione, era di cercare di mettere in contatto le istituzioni con gli artisti proprio per renderli coscienti di quello che poteva essere l’ordinanza del momento.

Sono sempre stato molto scettico sulla regolamentazione perché, aldilà di comportamenti che giustamente devono essere controllati, il teatro di strada se viene regolamentato non è più un evento estemporaneo che le persone possono trovare negli spazi urbani. Dev’essere una sorpresa vedere un artista di strada che si esibisce, se iniziamo a regolamentare troppo allora diventa come timbrare il cartellino. Viene meno la filosofia del teatro di strada. Le regolamentazioni dovrebbero tener presenti le esigenze della filosofia che muove un artista di strada”.

Marco Garibaldi

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